Step Up crescente da Citifirst
Riflettori puntati sulla Step Up Callable, la nuova nata di casa Citigroup
L’aspettativa di un progressivo rialzo dei tassi, impone da diverso tempo all’investitore un’attenta analisi in termini di stock picking per la creazione e gestione del proprio portafoglio obbligazionario. Nell’attuale contesto di mercato, infatti, l’inflazione ai massimi degli ultimi due anni favorisce la selezione naturale tra i titoli a tasso fisso e quelli a indicizzazione variabile, condizionati in maniera opposta dall’andamento dei tassi di riferimento. Nuovi rialzi di questi ultimi sono peraltro già scontati dal mercato, come testimonia la forte inclinazione della curva forward dell’Euribor più volte riproposta nelle pagine di questa rubrica.
In tale ottica, le preferenze degli investitori si spostano inevitabilmente su quelle proposte a tasso variabile, capaci di cavalcare l’attesa risalita dei tassi e nel contempo di non subire ripercussioni in termini di prezzo sebbene il loro rendimento immediato non risulti competitivo con le emissioni a tasso fisso. Dato tale scenario, la struttura di indicizzazione di tipo Step Up si rivela una valida alternativa, in grado di conciliare la sicurezza delle cedole fisse con un meccanismo di aggiustamento al rialzo delle stesse, in linea con il prospettato aumento dei tassi.
Tra queste, si segnala la Citifirst Step Up Callable (Isin XS0604339928), quotata di recente al MOT di Borsa Italiana, dotata di un’indicizzazione capace di adattarsi a differenti contesti di mercato. L’ultima nata della gamma di prodotti d’investimento del gruppo statunitense, appartenente al filone di emissioni Citifirst Protection, è infatti fornita di un meccanismo di adeguamento al rialzo dell’ammontare cedolare che consente alla classica struttura a tasso fisso del 4%, di far fronte al prospettato aumento dei tassi.
Entrando nello specifico, il bond offrirà a partire dal 18 marzo 2011 e fino alla scadenza fissata per il 18 marzo 2020, cedole annuali fisse che partono dal 4% per i primi 4 anni per poi crescere annualmente di 25 punti base. Di conseguenza la nuova Step Up arriverà ad erogare fino al 5% nel suo ultimo anno di vita. Tuttavia, come è possibile osservare nella tabella presente in pagina, la struttura del bond prevede che, a discrezione dell’emittente, l’obbligazione firmata Citifirst possa essere rimborsata anticipatamente prima della naturale scadenza nelle date di pagamento comprese tra il 18 marzo 2016 e il 18 marzo 2019.
Dato il peculiare profilo di rimborso, è da sottolineare come le scelte dell’emittente circa le tempistiche dell’eventuale richiamo anticipato, abbiano un notevole impatto non solo sul rendimento prospettato a scadenza (Yield To Maturity) ma altresì sull’esposizione del bond al rischio tassi (duration).
Infatti, stando agli attuali 99,56 euro esposti in lettera dal Market Maker al MOT, il rendimento varia tra il 4,1% lordo, nel caso l’obbligazione venga rimborsata nel 2016, fino al 4,31% lordo qualora invece giunga alla naturale scadenza. Sebbene il meccanismo a rendimenti crescenti consenta di attenuare l’esposizione al rischio tassi, è pur vero che qualora l’emittente decida di non richiamare anticipatamente la Step Up Callable, l’esposizione al rischio risulterà progressivamente superiore, come giustificato dall’andamento crescente della duration, misura che indica la sensibilità del prezzo di un’obbligazione alla variazione del tasso d’interesse di mercato.
In definitiva, la Citifirst Step Up Callable rappresenta una discreta opportunità per quanti desiderano impegnare la propria liquidità su un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, che può variare si ricorda, dai cinque ai nove anni, e siano alla ricerca di uno strumento in grado di non sfigurare in uno scenario futuro dominato da tassi più elevati.