UTILITIES A BASSA VOLATILITA’
Meteo e Borse segnano l’arrivo dell’inverno. Unicredit suggerisce di mettersi al riparo con un Power Express sulle utilities europee
Le temperature miti che hanno accompagnato il mese di gennaio stanno per lasciare posto al freddo artico e all’arrivo dell’inverno su gran parte dell’Europa. Un repentino, quanto atteso, cambio di tendenza che si registra anche sui mercati finanziari, graficamente predisposti per una correzione tecnica e salutare che ha trovato pronte motivazioni nella crisi dei mercati emergenti. Le perturbazioni in arrivo dalla Cina e dall’Argentina, sempre più sotto la minaccia di un nuovo e devastante default, hanno oscurato i cieli di mezza Europa e fatto piovere vendite copiose su tutti i titoli del settore bancario e più in generale su quelli che avevano corso di più nell’ultimo bimestre. E così, mentre a Piazza Affari alcuni dei principali titoli del comparto hanno fatto registrare in avvio di settimana performance a doppia cifra con il segno meno, il settore delle utilities europee ha continuato a viaggiare a scarto ridotto, evidenziando una volatilità implicita del 13%, inferiore di oltre 4 punti a quella storica e una sostanziale stabilità a ridosso dei 250 punti ormai conquistati e consolidati da diverso tempo. Un livello, quello dei 250 punti, che l’indice ha saputo conservare nei mesi scorsi regalando soddisfazioni a quanti hanno puntato a più riprese su un Bonus Cap che Unicredit ha portato in scadenza lo scorso 6 dicembre restituendo ai suoi possessori il bottino pieno e che oggi potrebbe risultare nuovamente decisivo per la riuscita di una delle ultime emissioni che l’istituto bancario italiano ha promosso in collocamento. Caratterizzato da una volatilità tra le più ridotte a livello settoriale e da un dividend yield del 6,51%, visto tuttavia in contrazione nel prossimo biennio, l’indice Eurostoxx Utilities viene cosi preso nuovamente a riferimento da Unicredit per l’emissione di un certificato a capitale protetto condizionato, che coniuga all’interno della propria struttura opzionale sottostante, le caratteristiche peculiari di un Express con quelle di un certificato Outperformance. Il Power Express, questo il nome commerciale della proposta, resterà in collocamento presso la Cassa di Risparmio di Bolzano fino al 31 gennaio e prevede una durata massima di tre anni, con la scadenza fissata al 31 gennaio 2017, al termine dei quali il nominale verrà protetto in caso di ribasso dell’indice sottostante contenuto entro il 30%. Per performance negative più accentuate la protezione condizionata non sarà più attiva e il rimborso sarà equiparabile a un investimento diretto nell’indice con una liquidazione massima di 70 euro mentre in caso di performance positiva, l’incremento percentuale dell’indice verrà replicato con una partecipazione in leva del 150% che consentirà di ottenere un guadagno del 15% per ogni 10% di rialzo realizzato dal sottostante. Tuttavia, prima della scadenza naturale sono previste due date di osservazione intermedie che consentiranno di centrare il rimborso anticipato del nominale maggiorato di un coupon, alla stregua dei più classici e noti Express. In particolare, se al 30 gennaio 2015 oppure al 29 gennaio 2016 l’Eurostoxx Utilities si troverà almeno pari al livello iniziale che verrà fissato il prossimo 4 febbraio il certificato si auto estinguerà e riconoscerà un rimborso pari al nominale di 100 euro maggiorato di un premio annuo del 5,75%. Qualora in nessuna di queste due date il Power Express verrà rimborsato anticipatamente, alla scadenza il profilo di payoff cambierà completamente e la struttura caratteristica degli autocallable cederà il passo a quella tipica degli Outperformance con protezione condizionata del capitale associata a un’opzione a barriera osservata esclusivamente alla data di valutazione finale. Guardando alle caratteristiche del certificato, soprattutto alla luce dell’andamento del sottostante, considerando una rilevazione dello strike sui livelli attuali, la barriera dovrebbe posizionarsi intorno ai 175 punti. Per ritrovare questi valori bisogna tornare ai minimi fatti segnare nel lontano 2003.