MONITOR ITALIA

Non si ferma il rally di Piazza Affari, proiettata verso i 20000 punti anche grazie alle operazioni di acquisizione e al movimento dello spread tra BTP e Bund

APP3534Così come già avvenuto nel 2011 e nei due anni successivi, anche in questo inizio di 2014 gli investitori hanno deciso di riporre la propria fiducia nelle aziende italiane quotate a Piazza Affari, innescando un rally che finora ha prodotto un rialzo del 10% dai valori di metà dicembre. Nel 2011 l’accelerazione partita nei primi giorni di gennaio dai 20173 punti durò un mese e mezzo prima di interrompersi e dar vita a una brusca e profonda inversione di tendenza dai 23167 punti del 16 febbraio, dopo un rialzo di 15 punti percentuali. L’anno successivo, dai 14401 punti del 9 gennaio il FTSE Mib salì per oltre un mese e mezzo, fermandosi solo il 19 marzo a 17133 punti e al culmine di un movimento rialzista del 19%. A cavallo tra il 2012 e il 2013, il cosiddetto rally di fine anno partì dai 15354 punti del 10 dicembre e si arrestò il 29 gennaio a 17891 punti, producendo una performance del 16,5%. Curiosamente anche il trend in atto ha avuto inizio in prossimità della prima decade di dicembre e meno casualmente, trattandosi di un valido livello tecnico di supporto, è partito dall’area dei 17800 punti. Numeri e statistiche che possono incoraggiare la visione ottimistica di chi vede l’indice italiano in piena rincorsa per oltrepassare la soglia dei 20000 punti, mai più rivista dopo l’estate del 2011.
APP353Quest’anno la spinta è arrivata da più fronti, da quello interno con lo spread tra il BTP e il Bund sceso al di sotto dei 200 punti base a quello maggiormente legato alle acquisizioni e alle manovre di alcuni dei titoli più rappresentativi del listino, con Fiat e Telecom Italia sugli scudi. La compagnia telefonica nazionale, tra conferme e APP3532smentite sulle cessioni di Tim Brasil e sugli accordi tra i soci della holding Telco a favore di Telefonica, ha registrato un rialzo del 70% dai minimi dello scorso agosto e non sembra voler arrestare la propria corsa che solo nell’ultimo mese ha prodotto un allungo del 20% dai 66 centesimi agli attuali 80 centesimi di quotazione. Ancora più consistente è stata la performance messa a segno dal titolo del Lingotto, sempre più americana dopo l’acquisizione del 41,5% di Chrysler dal fondo Veba che permetterà alla casa torinese di mettere le mani sul 100% del capitale dell’azienda auto a stelle e strisce. Quasi 30 i punti percentuali di guadagno dai minimi di dicembre, nonostante l’alert lanciato dall’agenzia di rating Moody’s, che proprio nelle ultime ore ha dichiarato di aver posto sotto osservazione il giudizio Ba3 di Fiat per un possibile downgrade per effetto del probabile indebolimento che l’operazione di acquisto produrrà.

Buone le notizie provenienti dallo spread tra i titoli di stato decennali, come detto sceso al di sotto dei 200 bp per la prima volta da luglio 2011. Una discesa che ha alimentato gli acquisti su tutto il comparto bancario, di cui il FTSE Mib abbonda ma che non trova validi fondamentali nei dati macroeconomici che continuano a indicare una ripresa ancora lontana. A ben guardare l’andamento del differenziale effettivamente qualche dubbio sorge, dal momento che il movimento di arretramento dello spread è stato dettato principalmente da un fattore tecnico che ha visto il rendimento del Bund balzare a ridosso del 2%. Più correttamente occorre ricordare infatti come l’attuale rendimento pagato da un BTP con scadenza a 10 anni emesso dal governo italiano sia appena inferiore al 4%, un valore perfino superiore al 3,8% pagato dalle emissioni con medesima durata a maggio 2013 e sostanzialmente allineato con i livelli medi degli ultimi mesi. Da qui la considerazione che non ci sia poi troppo da brindare, se si valuta l’attuale livello del differenziale il prodotto di un maggiore rischio prezzato dal mercato sulle emissioni tedesche, peraltro visto in ulteriore incremento entro la fine dell’anno, con una previsione sullo spread che potrebbe raggiungere i 150 bp con il rendimento del BTP stabile.

Tanto basta però ai mercati per continuare a credere nel listino italiano e più in generale nell’Europa dei periferici, che nell’ultimo mese ha accelerato il passo nei confronti della locomotiva tedesca. Le attese sull’indice di Piazza Affari per il 2014 a detta della maggioranza degli analisti sono positive e senza volerci sbilanciare in previsioni riteniamo utile concentrarci sulle opportunità legate al FTSE Mib che potrebbero offrire spunti operativi nel prossimo semestre. Dall’ analisi delle emissioni di tipo Bonus non si rilevano particolari occasioni, dal momento che i rendimenti potenziali si sono ridotti in conseguenza dell’incrementato buffer sulle barriere posizionate in gran parte dei casi al di sotto dei 13500 punti. Se si è alla ricerca di un profilo di rendimento potenziale più elevato, il segmento degli Express offre qualche spunto in più. Tra le prossime date di rilevamento programmate che vedono il FTSE Mib come sottostante, non mancano le opportunità per incrementare la reattività del proprio investimento grazie al fatto che per alcuni dei certificati presenti anche in tabella, il trigger corrispondente allo strike è posto al di sopra della soglia dei 20000 punti.

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