ENEL, ATMOSFERA ELETTRICA
Tira brutta aria tra le stanze dell’utilities capitanata da Fulvio Conti. Con il titolo puntato verso i minimi assoluti, i certificati da tenere sotto osservazione.
Pochi spunti operativi rimangono sul titolo Enel. Dopo aver perso nell’ultima ottava oltre il 5,8%, la rottura dei 2,3224 euro a cui è posto il 76,4% del ritracciamento di Fibonacci compreso tra i 2,034 euro di agosto 2012 e i 3,256 euro dello scorso gennaio, guarda dritto ai minimi assoluti dello scorso anno. A far affondare il titolo che dai 2,328 euro rilevati il 16 luglio, disegna una performance da inizio anno pari al -25,81%, hanno contribuito a distanza ravvicinata il declassamento di Standard & Poor’s e l’approvazione da parte del governo spagnolo della riforma sull’energia elettrica.
S&P’S, ENDESA ZAVORRANO ENEL
Declassamento a mercati chiusi per Enel, Terna e Snam dalla stessa Standard & Poor’s che solo pochi giorni prima aveva tagliato il rating sovrano della Repubblica Italiana a tripla B. Stesso gradino anche per Enel, mentre invece le altre due utilities rimangono a un notch superiore. A differenza del Belpaese tuttavia S&P’s ha comunicato di mantenere le previsioni stabili nella convinzione che il management di Fulvio Conti sarà capace di raggiungere i propri obiettivi economici finanziari. Sentiment prevalente anche tra gli analisti che esprimono un giudizio “hold” in circa il 70% dei casi con un prezzo obiettivo medio a un anno di 2,94 euro mentre le possibilità di un utile positivo sono spostate a non prima del 2015. A pesare sulla scelta dell’agenzia di rating è tuttavia la forte componente statale all’interno del settore, come dimostra la partecipazione di oltre il 31% all’interno della società di Energia Elettrica, nonchè l’erosione attesa di reddività dovuta alle riforme intraprese dagli Stati Europei, come quella spagnola. Il governo iberico ha infatti approvato una nuova riforma che porta al taglio del 20% delle tariffe applicate allo Stato per la distribuzione dell’energia. A incassare il colpo Endesa, la big del settore utilities dello stato spagnolo, controllata da Enel per il 92%, alla quale fanno a capo 34,2 miliardi di fatturato per l’esercizio 2012, a fronte dei 43,6 dell’intero mercato italiano. Le lacune sulle politiche energetiche nazionali, in particolare in tema di liberalizzazioni, cosi come il deterioramento della domanda di energia del Belpaese, continuano a mantenere il titolo Enel all’interno del canale ribassista costruito nell’ultimo anno a partire dai massimi dello scorso gennaio. Un’osservazione grafica mostra inoltre come la trendline inferiore trovi un supporto di medio termine in area 2,15 euro. Non è tuttavia da escludere un rimbalzo di breve periodo dovuto ai gap lasciati aperti a partire dallo stacco dei dividendi avvenuto lo scorso 24 giugno. Ci si attende quindi un recupero di breve da parte del titolo Enel per andare prima a chiudere il gap lasciato a 2,406 euro, successivo al taglio da BBB+ a BBB e poi successivamente un aggancio ai 2,562 euro dove sostava prima dello stacco dei 15 centesimi di dividendo. L’impostazione grafica sembra tuttavia intendere il proseguimento nel medio termine di un’intonazione negativa, rendendo quindi difficile l’operatività sia per chi detenesse il titolo in portafoglio, sia per chi volesse cavalcare l’ipotesi di un rally mordi e fuggi.
CERTIFICATI SOTTO OSSERVAZIONE
Tra i certificati più seguiti sul titolo Enel, il Bonus Cap identificato da codice Isin NL0010069373, rappresenta uno tra i più interessanti strumenti da monitorare. Targato BNP Paribas, il certificato consentirà di incassare alla scadenza del prossimo 20 settembre i 100 euro nominali maggiorati di un bonus dell’8,5% se l’azione dell’utilities non violerà la barriera posta a 1,981 euro. In caso di evento knock out invece, il rimborso verrà calcolato in funzione dell’effettiva performance realizzata dal titolo calcolata a partire dallo strike posto a 2,83 euro, tenuto fermo un rimborso massimo a 108,5 euro. A fronte di una quotazione corrente di Enel pari a 2,328 euro, è possibile acquistare il certificato a un prezzo di 101,80 euro lasciando spazio a un rendimento complessivo pari al 6,58% potendo contare su un margine di circa 15 punti percentuali. In termini di barriera va sottolineato che per il Bonus Cap dell’emittente francese l’osservazione è anche in intraday aumentando così le probabilità di violazione che il CED Probability stima al 29,4% nonostante la durata residua di soli 64 giorni. Nell’ipotesi di evento knock out infatti, nell’ipotesi che il livello del titolo a scadenza sia sempre sui 2,328 euro, il rimborso sarà pari a 82,26 euro equivalente ad un perdita rispetto al prezzo d’acquisto pari al 18,9%. Per rientrare del capitale investito sarà quindi necessario un ritorno del titolo a quota 2,87 euro.
Un’altra proposta, in questo caso da guardare e non toccare, è rappresentata dal Bonus Cap identificato da codice Isin NL0010070025. Il certificato può, infatti, rivelarsi un interessante strumento nell’ipotesi di formazione di un’area di supporto sui livelli correnti. Targato BNP Paribas, in virtù di una barriera continua posta a 2,2455 euro, lo strumento si caratterizza per un’elevata componente di rischio evento barriera, compensata tuttavia da un rendimento complessivo di circa il 30% in meno di sei mesi. Acquistando il certificato a un prezzo di 84,6 euro, infatti, il rimborso teorico a scadenza pari ai 100 euro nominali maggiorato di un bonus del 10%, riconosce la possibilità di un ottenere un rendimento su base annua pari a 69,3 punti percentuali, in virtù di una durata residua di 156 giorni. Attenzione al margine risicato al 3,54% dai livelli correnti. L’estinzione automatica out of the money della gamba opzionale aggiuntiva comporta infatti un allineamento alla performance complessiva del sottostante rispetto allo strike rilevato a 2,994 euro con una perdita superiore a quella di Enel dal valore iniziale dovuta al premio pagato per ottenere il Bonus. D’altra parte, un allungo di breve termine del titolo proprio in virtù dell’importo riconosciuto indurrebbe un apprezzamento dello strumento superiore a quello del sottostante.