A PROTEZIONE DEL BRENT
Un certificato a capitale protetto per investire sul Brent, travolto da voci di possibili manipolazioni
Non solo crisi economica e di liquidità nell’ultimo quinquennio dei mercati finanziari, ma anche una massiccia dose di scandali che hanno fatto scendere ai minimi storici la fiducia degli investitori. Dopo le banche condannate per aver messo mano al Libor e ai tassi interbancari, ora il ciclone si abbatte sulle compagnie petrolifere, accusate di aver manipolato i prezzi del Brent, il petrolio dei mari del nord. La Commissione Europea sembra aver aperto ora un’indagine, che segue già quella avviata dalla Procura di Varese, per accertare l’esistenza di manovre speculative volte a truccare le quotazioni del Brent, con ovvie ripercussioni per i consumatori europei che si sono ritrovati a pagare prezzi più alti per i carburanti.
Si accendono quindi i riflettori su un nuovo scandalo che potrebbe avere conseguenze a livello mondiale e che sta già producendo i suoi effetti sulle quotazioni dell’oro nero europeo, sceso a ridosso dei 100 dollari al barile riducendo così lo spread nei confronti del WTI.
Per chi volesse approfittare della correzione di circa il 20% dai massimi del 2013 è ancora possibile sottoscrivere in fase di collocamento un nuovo Equity Protection con Cap legato all’andamento del Brent. Il certificato, emesso da Banca IMI, consentirà di beneficiare integralmente delle performance al rialzo del suo sottostante, fino ad un predeterminato livello vista la presenza del cap, e allo stesso tempo di difendersi qualora lo stesso intraprenda la strada del ribasso.
Entrando più nel merito di questa emissione, la durata dell’investimento è di tre anni al termine dei quali verrà riconosciuto interamente, quindi con una partecipazione del 100%, l’apprezzamento del future sul Brent, il first nearby ossia il future con la scadenza più vicina, fino ad un limite del 26%. Ciò significa che il rimborso finale non potrà superare i 126 euro rispetto ai 100 euro nominali. In caso contrario, qualora alla data di valutazione finale del 21 giugno 2016 l’oro nero si trovi ad un livello inferiore rispetto a quello iniziale, si subiranno perdite in conto capitale fino ad un massimo del 5%. Infatti, ribassi oltre questa soglia varranno sempre un rimborso minimo di 95 euro, un’opzione protettiva che distingue il certificato da qualsiasi altro strumento derivato che potrebbe peraltro tornare molto utile nell’ipotesi che la curva forward, attualmente in backwardation con attese di circa 90 dollari al barile per il 2016, rispecchi l’effettivo andamento dei prezzi per il prossimo triennio.
Si tratta pertanto di uno dei certificati più semplici e apprezzati dal mercato, per la peculiare caratteristica di protezione del capitale nominale, seppur non totale, da andamenti avversi del sottostante e di partecipazione lineare ai rialzi, seppure non illimitata. Va altresì sottolineato che il certificato è dotato dell’opzione Quanto e pertanto seguirà solo l’andamento del sottostante senza considerare l’esposizione in valuta, che nel caso specifico sarebbe stata in dollari. Per chi volesse infine attendere la quotazione, verrà fatta richiesta di ammissione alle negoziazioni sul Sedex di Borsa Italiana.