EURO NUOVAMENTE SOTTO PRESSIONE
Diversificazione valutaria obiettivo primario. Focus su 4 bond in valuta targati UBS
Chiari movimenti di “risk off” tornano a caratterizzare la scena dei mercati europei. La peculiare gestione della crisi cipriota, non può che far calare nuovamente la scure sulla divisa unica che appare sempre più fragile e in equilibrio precario.
Il quadro si fa ancor più incerto nel panorama obbligazionario, con le curve low-yield nuovamente in pesante flessione, a fronte di un leggero aumento dei rendimenti dei Periferici, che comunque si attestano non lontano dai minimi di periodo. Sono proprio i rendimenti di mercato ancora non così attraenti, considerato anche l’ipotetico rischio “continente”, a spingere l’investitore a cambiare strategia, diminuendo il rischio di portafoglio in termini di duration e diversificando il più possibile le valute di riferimento. Ora che con Cipro, la questione dei debiti sovrani è tornata definitivamente d’attualità, la fuga da strumenti denominati in euro potrebbe forse avere nuovamente senso, soprattutto in ottica di riduzione del rischio di mercato.
Nonostante vengano da un trend in costante apprezzamento, torniamo così a monitorare le monete forti del sistema Europa, come le corone nordiche e il franco svizzero, così come il dollaro statunitense e quello canadese.
Un quadro che quindi premia le ultime quattro obbligazioni in ordine di tempo, portate su Borsa Italiana e all’EuroTLX da UBS, denominate nelle quattro valute oggi maggiormente interessanti nell’ambito della diversificazione valutaria dall’Eurozona.
Tra le caratteristiche più interessanti di tali emissioni, caratterizzate da una breve scadenza, oltre all’opportunità fornita agli investitori di diversificare gli asset in valuta con rischi ridotti sia sul fronte dei tassi che in termini di solidità dell’emittente, va evidenziata la possibilità di incrementare il rendimento potenziale annuo a scadenza grazie ad una cedola bonus legata all’andamento del mercato azionario.
Prima di scendere nel dettaglio delle obbligazioni è bene ricordare come in un qualsiasi investimento in valuta scoperta, il rendimento a scadenza sia di fatto fortemente influenzato dalla dinamica del tasso di cambio sottostante, in quanto sia le cedole annuali che il rimborso a scadenza sono parametrati al tasso di cambio vigente tra euro e la divisa estera.
Facendo riferimento alla tabella presente in pagina, per comprendere a fondo la relazione che lega l’andamento dei tassi di cambio, sono stati ipotizzati tre differenti scenari: il più positivo per l’investitore, caratterizzato da un apprezzamento della divisa estera progressivamente fino alla naturale scadenza (5 luglio 2015) nell’ordine del 10% , quello negativo, che porti ad un deprezzamento della divisa estera del medesimo ammontare, e uno intermedio, caratterizzato da uno scenario che immunizzi di fatto il fattore rischio cambio, assimilando l’obbligazione in oggetto ad un normale bond a tasso fisso.
Andando per ordine, analizziamo ora ogni singola proposta, iniziando con l’ Obbligazione Dollaro Americano (Isin DE000UU2MEY2) denominata in dollari americani, la quale offre una cedola fissa dell’1,25% annuo con la possibilità di poter incassare un bonus di rendimento aggiuntivo a scadenza nel caso in cui l’indice azionario S&P 500 abbia registrato una performance positiva di almeno il 10% dallo strike iniziale, rilevato a 1313,72 punti, pertanto con un “trigger level” pari a 1445,092 punti.
Partendo da un’attuale quotazione pari a 102,21 dollari, considerato il facciale e la scadenza triennale, in caso di un progressivo deprezzamento del green back nell’ordine del 10%, il bond non riuscirebbe a proteggere il valore nominale, generando una perdita annua del -2,9%, ovvero del 2,38% qualora venga considerata la cedola bonus a scadenza. Lo scenario neutrale sul fronte del cambio, consentirebbe di avere accesso ad un rendimento lordo annuo dello 0,28%, dello 0,82% con l’extra cedola. Lo scenario maggiormente positivo è ovviamente il più remunerativo per l’investitore che, qualora il tasso di cambio Eur/Usd dovesse muoversi al ribasso nell’ordine del 10% dai correnti 1,2909, il rendimento effettivo lordo sarebbe pari al 4,3% su base annua, che potrebbe salire al 4,85% nel caso sussistano le condizioni per l’incasso della cedola bonus legata all’andamento dell’S&P 500.
Volgendo lo sguardo all’ Obbligazione Corona Norvegese ( Isin DE000UU2G137), questa prevede una cedola su base annua del 2%, con una cedola bonus di ulteriore entità distribuita a scadenza, agganciata però all’andamento dell’indice svizzero SMI, con un trigger level pari a 6538,928 punti. In base alle correnti 102,23 corone norvegesi, relativamente agli scenari possibili alla scadenza, un rialzo nell’ordine del 10% del tasso di cambio Eur/Nok sarebbe sufficiente a mettere a repentaglio anche la protezione del nominale (-3,1% e il -2,28% considerata la cedola bonus). Nello scenario intermedio, caratterizzato da una sostanziale stabilità del tasso di cambio, attualmente a quota 7,5213, il rendimento lordo annuo ammonterebbe all’1,01%, l’1,86% compresa la cedola bonus. Lo scenario positivo, infine, porterebbe il rendimento dell’obbligazione al 5,88%, che salirebbe al 6,77% con l’extra-cedola.
Top performer in termini di rendimento potenziale conseguibile, è l’Obbligazione UBS Dollaro Canadese ( Isin DE000UU2KGC7). Partendo dall’attuale quotazione di 101,18 dollari canadesi, anche in questo caso, il facciale dell’obbligazione (2%) non consentirebbe di mettere al riparo l’investitore da eventuali perdite in conto capitale nel caso in cui il tasso di cambio si muovesse controcorrente. Secondo le simulazioni effettuate, un +10% del cambio Eur/Cad farebbe registrare a scadenza una perdita del 2,65% su base annua, ovvero dell’1,83% % nel caso in cui il sottostante azionario, in questo caso l’S&P/Toronto Stock Exchange 60, raggiungesse a scadenza il trigger level posto a 715,33 punti. Il rendimento nello scenario intermedio si attesta all’1,47%, il 2,33% considerata l’extra-cedola, mentre nello scenario maggiormente positivo per l’investitore lo yield annuo lordo raggiunge addirittura il 6,26%, il 7,16% considerata la cedola bonus.
Interessante più in ottica di diversificazione valutaria, con il franco svizzero valuta rifugio per eccellenza, che come strumento per puntare ad un extra rendimento sulla parte obbligazionaria del proprio portafoglio, l’ Obbligazione UBS Franco Svizzero ( Isin DE000UU2F0A3), attualmente scambiata in lettera a 99,9 Chf, in linea con i tassi di riferimento del Paese, promette un facciale molto basso (0,25%), rendendo di fatto poco attraenti i rendimenti sia per lo scenario negativo, che lascia sostanzialmente indifeso l’investitore in caso di una discesa del tasso di cambio di riferimento, che per quello neutrale. Ovviamente migliori sono le performance per lo scenario migliore, che segna un potenziale rendimento del 4,98% lordo su base annua, il 5,1% con la cedola bonus qualora l’indice SMI raggiungesse i 6538,93 punti alla data di scadenza.