SALDI DI FEBBRAIO
Da RBS un inedito Express su azioni emesso a sconto. In collocamento presso la rete Barclays.
La stagione dei saldi si è aperta anche per i certificati. RBS ha infatti presentato un inedito Express Certificate caratterizzato da un prezzo di emissione sotto la pari, legato a un paniere di blue chip europee. Ma non è solo lo sconto ad attirare l’attenzione su questo certificato in collocamento esclusivo presso la rete di Barclays Bank fino al 28 febbraio prossimo, bensì anche un meccanismo di rendimento cedolare annuo, al tasso del 3%, erogabile anche in caso di ribasso moderato dei titoli sottostanti. Entrando maggiormente nel dettaglio, il paniere a cui il certificato fa riferimento è formato da cinque titoli azionari di calibro internazionale, quali Deutsche Telekom, Eni, Volkswagen, Danone e BNP Paribas e la durata complessiva dell’investimento è fissata in cinque anni. Relativamente al funzionamento, al termine di ogni anno a partire dal 28 febbraio 2014 fino alla scadenza del 2018, se nessuno dei cinque titoli sottostanti verrà rilevato ad un prezzo inferiore all’80% di quello fissato in fase di emissione, cioè se non avrà perso più del 20%, il certificato staccherà una cedola di 30 euro, pari al 3% dei 1000 euro nominali ovvero al 4,7% dei 630 euro a cui verrà emesso in virtù dello sconto. Diversamente, in caso di mancata verifica della condizione non verrà pagata la cedola per il periodo di competenza, senza possibilità di recupero nelle date successive. Tuttavia, per la presenza in struttura di tre opzioni autocallable ( da cui il nome Express), a partire dal 2015 e per i due anni successivi, il certificato potrà essere rimborsato anticipatamente liquidando i 1000 euro nominali maggiorati del 3% a patto che tutti e cinque i titoli siano a un valore almeno pari o superiore a quello iniziale. In questo caso il rendimento rispetto ai 630 euro di emissione sarà complessivamente pari al 63,5%, maggiorato delle eventuali cedole percepite in precedenza.
Vediamo a questo punto cosa accadrà se si giungerà alla scadenza senza che si siano mai verificate le condizioni per il rimborso anticipato. Come si sarà potuto comprendere, in caso di rilevazione in territorio negativo di almeno una delle cinque blue chip, il certificato non potrà soddisfare le condizioni minime per la liquidazione anticipata e alla data di valutazione finale, per fornire maggiori probabilità di successo, l’asticella per il rimborso del nominale verrà abbassata al 70% dei rispettivi strike iniziali. Pertanto, alla data del 21 febbraio 2018, se nessuno dei cinque titoli avrà perso più del 30%, si otterrà il rimborso dei 1000 euro nominali, per un rendimento del 58,73% sul prezzo di emissione, viceversa si considererà la peggiore delle performance realizzate dai cinque per un rimborso che verrà calcolato moltiplicandola per i 1000 euro. A titolo di esempio, se il peggiore tra i titoli avrà perso il 40% dall’emissione, il rimborso sarà determinato in 600 euro, per una perdita effettiva in conto capitale per chi avrà sottoscritto pari al 4,73%.
Comprese le potenzialità del certificato, il cui rendimento è costituito dallo sconto in emissione, pari al 58,7%, e dal profilo cedolare per un massimo del 15% del nominale, analizziamo i rischi. La protezione condizionata del capitale sulla barriera consente di evitare perdite anche in caso di ribasso del 30% dei cinque sottostanti e lo sconto in emissione permette di ridurre al minimo la minusvalenza in caso di ribassi maggiori. Il nemico principale della struttura si chiama invece correlazione, quella tra i cinque titoli sottostanti, come dettagliatamente analizzato nel Punto Tecnico.