SU NOKIA, A DIFESA DEI MINIMI
Da leader della telefonia mobile a poco più di una penny stock. Quali prospettive per Nokia? Un Bonus Cap per mitigare la volatilità
I dati del terzo trimestre rilasciati da Nokia, confermano il proseguimento del trend decadente dell’azienda un tempo leader del settore della telefonia mobile. Da quando la Apple ha lanciato nel 2007 il primo modello di Iphone, il titolo della casa finlandese ha perso oltre il 90% del proprio valore di mercato, toccando un minimo proprio lo scorso 18 luglio a 1,33 euro. Eppure il settore della telefonia mobile nell’ultimo anno ha registrato un incremento nei ricavi del 24,41% secondo dati Bloomberg, che però non è significativo in un segmento affollato di vinti ma con pochi vincitori. Tra quotazioni ai minimi, dopo il crollo in Borsa di oltre il 50% nei soli ultimi 12 mesi, e l’imminente lancio del nuovo Lumia, Nokia sta tuttavia piazzando una serie di mini rally nell’ultimo periodo, con le quotazioni che hanno ritoccato i 2,17 euro ( prezzi al 22 ottobre). E sebbene il nervosismo continui a serpeggiare, con una volatilità storica a tre mesi di circa il 76%, è possibile provare ad agganciarsi al treno del rimbalzo, mitigando buona parte del rischio di down side, con il Bonus Cap targato BNP Paribas in scadenza il 15 marzo 2013. Accettando di rinunciare a extra rendimenti superiori all’11,4%, il certificato consente infatti di ampliare il range di profitto fino ad un ribasso del sottostante di oltre il 44%, sostenendo un premio sulla componente lineare inferiore all’1%.
Me entriamo nel dettaglio dell’emissione. Rilevato uno strike a 2,02 euro, la barriera è stata fissata a 1,212 euro, pari al 60% del valore iniziale. Se lungo i cinque mesi di durata residua il prezzo di Nokia non avrà mai toccato la soglia knock out, il certificato rimborserà 121 euro ogni 100 di nominale qualsiasi sia il valore del sottostante. La violazione della barriera determinerà invece la perdita della struttura opzionale e un allineamento alla componente lineare con un rimborso a scadenza pari alla replica della performance complessiva di Nokia dallo strike, con un importo massimo pari a 121 euro. Passando invece alla quotazione, rispetto ad un prezzo lettera di 108,65 euro, il Bonus Cap lascia spazio ad un premio dell’11,4% a fronte di un margine dalla barriera di circa il 44%. Date le condizioni di mercato del certificato, non solo la vicinanza della scadenza e la mancanza di dividendi lungo la durata residua rendono particolarmente interessante lo strumento, ma anche il basso premio pagato sulla componente lineare, inferiore all’1%. Volendo fornire un esempio, qualora il titolo perdesse il 50% passando ad un valore di 1,09 euro, il rimborso sarebbe pari a 53,86 euro, determinando una perdita dal prezzo lettera di riferimento pari al 50,4%. D’altra parte per un calo contenuto entro il 44% sarà in ogni caso corrisposto l’intero importo premio. In ottica maggiormente rialzista, o per sfruttare rally di breve periodo, il Bonus Cap perde però buona parte del proprio appeal. A frenare l’apprezzamento del titolo interverrebbe infatti il cap ai rendimenti posto a 2,442 euro in termini di sottostante. Tale tetto non inciderebbe infatti unicamente a scadenza, ma determinerebbe un incremento del prezzo del certificato in maniera meno che proporzionale rispetto al sottostante anche nel durante.
La minore reattività si avrebbe però anche nella direzione contraria, ovvero in caso di ribasso moderato di Nokia, dal momento che l’ampio margine dalla barriera offrirebbe un buon sostegno al pricing dello strutturato. Secondo l’indicatore CED|Probability, alle condizioni correnti è stimata una probabilità inferiore al 16% di toccare la barriera lungo la durata residua.