FTSE MIB, ALLA RICERCA DEL BOTTOM
Il nervosismo sui mercati finanziari colpisce anche i certificati, creando tuttavia qualche opportunità di breve termine come il Bonus Cap di BNP Paribas sul FTSE Mib con barriera a 8405 punti.
Tra gli indici europei peggio performanti da inizio anno, per il troppo peso della rappresentanza bancaria che in un momento di così elevata negatività settoriale non può che rendere vano qualsiasi tentativo di recupero, il FTSE Mib è oramai a una manciata di punti dai minimi di tre anni fa. Nella poco lusinghiera classifica dei listini più malridotti è preceduto solo dall’Ibex madrileno, altro indice infarcito da titoli bancari e finanziari, mentre sono numerose le piazze in grado di guardarlo dall’alto. Un timido segnale di tenuta è stato fornito nel D-Day, ovvero nella giornata di lunedì, dopo che a seguito dello stacco dei dividendi ( per circa 232 punti) l’indice è riuscito ad assorbire quasi per intero il ribasso chiudendo in leggera flessione. Il quadro d’insieme rimane comunque ancora molto delicato, come dimostra la volatilità implicita in rapida ascesa, sui massimi degli ultimi due mesi.
In questo contesto, come abbiamo più volte segnalato nelle pagine del Certificate Journal, il consolidarsi di un clima di tipo risk off lascia spazio, all’interno del panorama dei certificati, a opportunità d’investimento interessanti tanto dal punto di vista del rendimento quanto da quello del rischio. In particolare i certificati caratterizzati da barrier options, sul cui valore incide in modo negativo un apprezzamento della volatilità implicita rispetto ai valori iniziali, sono quelli che in questa situazione riconoscono più ampi margini di profitto. Come sempre vale la regola che a un maggior rendimento potenziale corrisponde di conseguenza l’assunzione di un maggior rischio, non solo in termini di evento barriera ma anche di penalizzazione del pricing dello strutturato rispetto al sottostante in uno scenario negativo. Puntando su scadenze brevi e selezionando strumenti con margini ancora discreti sulle barriere, anche un indice particolarmente nervoso come il FTSE Mib offre spunti d’investimento non necessariamente speculativi. La proposta di questa settimana è rappresentata dal Bonus Cap di BNP Paribas, certificato del mese di ottobre del “Calendario dei certificati2012”.
Esposto sul Sedex a un prezzo lettera di 109,35 euro per certificato, riconoscerà alla scadenza del 26 ottobre prossimo un rendimento minimo del 9,74%, in virtù dei 120 euro di Bonus, se l’indice sottostante non avrà mai violato la barriera posta a 8405 punti indice, un livello che a questo punto ci si augura possa rimanere inviolato anche ipotizzando un ulteriore inasprimento della crisi. Per valori a scadenza superiori ai 18338,4 punti, corrispondenti ai 120 euro di Bonus, il rimborso seguirà linearmente la variazione dell’indice fino ad un importo di liquidazione massimo di 150 euro.
Ripercorrendo il cammino dall’emissione, rilevato uno strike a 15282 punti indice in data 27 febbraio 2009, il Bonus Cap è sopravvissuto ai minimi del marzo successivo in virtù della soglia invalidante fissata al 55% del valore iniziale, pari appunto a 8405 punti, toccando una quotazione minima a 88,49 euro il 10 marzo 2009. Ad oggi, nonostante il ritorno sull’area dei minimi, il buffer è quantificabile in oltre 35 punti percentuali, ragion per cui, data la scadenza ravvicinata, il certificato si presenta in quotazione ad oltre 109 euro. Sulla base di tale prezzo, in assenza di evento knock out lungo la durata residua, il rendimento lordo complessivo sarà del 9,74% se l’indice FTSE Mib, dai correnti 12931,23 punti, non perderà oltre il 35%. L’upside rimarrà tuttavia lo stesso anche in caso di apprezzamento del sottostante fino a un rialzo complessivo del 42% corrispondente alla soglia Bonus. In caso di superamento di quest’ultima invece, in virtù della replica lineare dell’indice a partire dai 15282 punti di valore strike, il progresso segnato dal certificato sarà relativamente inferiore a quello in essere sull’indice. Infine, in caso di rottura della barriera, il valore del Bonus Cap si allineerà con il sottostante, replicandone linearmente la performance dallo strike fino al livello Cap, escludendo in ogni caso il rendimento derivante dallo stacco dei dividendi, non riconosciuti al possessore di certificati. Tenuto conto della stima di questi ultimi lungo la durata residua e dell’osservazione intraday dell’evento knock out, la probabilità di rottura della soglia invalidante rimane tuttavia piuttosto bassa, pari al 19,42%.
Passando infine all’operatività prima della scadenza, si osserva come la profondità della soglia invalidante non sia sufficiente a contenere le perdite sul certificato in caso di downside del sottostante. Anzi, le proiezioni fornite da Bloomberg sul valore intrinseco del certificato in differenti scenari di prezzo e su diverse scadenze segnalano un’amplificazione delle perdite in caso di ribasso dell’indice dai valori correnti e un contenimento dei profitti in caso di rialzo. Tuttavia, in caso di modeste variazioni del sottostante, il certificato acquisterà valore in virtù della breve durata residua.