L’Express che premia il pit-stop
Fresco di emissione, l’Express sul FTSE Mib di Macquarie paga anche sotto lo strike.
L’andamento altalenante del mercato italiano, nonostante il buon rialzo del 10% da inizio anno, sembra non soddisfare gli investitori ancora convalescenti dopo le pesanti perdite degli anni scorsi. Da qui la diffusione di prodotti sempre più flessibili in grado non solo di rilassare i tempi dello smobilizzo ma anche di garantire, a fronte di una parziale garanzia del capitale, rendimenti superiori a quelli del comparto obbligazionario che, seppur tendenzialmente in aumento, rimangono a livelli ancora storicamente contenuti. Sulla scia delle nuove emissioni cucite sulle rinnovate esigenze, luci puntate sul nuovo Express targato Macquarie Oppenheim ( Isin DE000MQ14AJ8 ), negoziato sul Sedex dal 28 febbraio, con scadenza prevista per il 15 agosto 2014. Alla struttura classica dell’Express, la novità dell’emittente australiana aggiunge a scadenza un’ulteriore opzione digitale con rimborso pari al nominale più un bonus del 12% qualora il valore del sottostante si trovi tra il livello strike e la barriera.
Più nel dettaglio, scritto sul FTSE Mib con strike pari a 22648,71 punti, rilevati in data 15 febbraio, il certificato prevede coupon semestrali a memoria del 4%. Tuttavia, se dal secondo anno in poi le rilevazioni sono fissate ogni sei mesi, la prima data di osservazione è a un anno, ovvero il 15 febbraio 2012, con un coupon dell’8%. Quindi, se a due anni di distanza, ovvero a febbraio 2013, il valore dell’indice dovesse essere pari o superiore allo strike, il certificato verrebbe liquidato con 116 euro. Per ciò che riguarda il payout a scadenza, posta una barriera al 72% dello strike iniziale, ossia a 16307,07 punti, si profilano tre scenari. Rimborso di 128 euro per valori dell’indice superiori allo strike, replica della performance del sottostante sotto la barriera e rimborso di 112 euro per valori intermedi. In un’ottica di ribasso del titolo italiano fino ad un -28% rispetto al valore iniziale, il rendimento del certificato sarebbe pertanto del 3,41% annualizzato rispetto al valore di emissione; non male se si considera che ad oggi, sul comparto obbligazionario, è possibile ottenere un simile risultato sul titolo decennale.
E’ però comparabile l’investimento, considerato il sottostante? In altri termini, è una barriera al 72% un buon paracadute? Tenere in considerazione scenari passati oltre l’anno non è ad oggi significativo, dal momento che i valori assunti dall’indice nel biennio nero non sono in linea con i fondamentali del sottostante; tuttavia nell’ultimo anno il bottom raggiunto dal FTSE Mib è stato di 18382,71 punti nel maggio 2010, mese in cui peraltro è in linea di massima previsto lo stacco della porzione maggiore di dividendi sull’indice. I mercati insegnano che tutto è possibile e di certo una volatilità implicita al 22% non suggerisce un netto sentiero verso la méta. Tuttavia se si tengono in considerazione sia il paracadute del 28% che la forte capacità di ripresa del sottostante, l’Express attualmente quotato sul Sedex a 98,5 euro ha interessanti profili di rendimento.