FIAT INGRANA LA MARCIA
Tra le nuove proposte di BNP Paribas in quotazione sul Sedex, il Bonus Cap scritto su Fiat a circa un anno dalla scadenza riconosce un premio del 19% sulla tenuta dei 2,82 euro.
Undici è il numero delle nuove emissioni di Bonus Cap targate BNP Paribas sbarcate sul Sedex lo scorso 6 marzo. Con scadenza massima di un anno e mezzo, l’intero paniere offre differenti combinazioni di rischio e rendimento, sia in termini di sottostante che di livello bonus e barriera. Tra le proposte ancora ai nastri di partenza si distingue il Bonus Cap scritto su Fiat, sotto i riflettori per le ultime dichiarazioni rilasciate al Salone di Ginevra dell’AD del Lingotto, Sergio Marchionne, su possibili intese del gruppo Fiat-Chrysler con partner asiatici. In merito alle caratteristiche dell’emissione su cui è opportuno soffermarsi, rilevato lo strike lo scorso 29 febbraio a 4,342 euro, alla scadenza fissata il 15 marzo 2013, il certificato pagherà 120 euro se non si sarà mai verificato l’evento knock out, ovvero la rottura della barriera posta a 2,8223 euro, un livello pari al 65% dello strike. Se lungo la durata, il prezzo di chiusura di Fiat sarà pari o inferiore alla soglia invalidante anche solo una volta, il certificato perderà la componente opzionale aggiuntiva, allineandosi alla performance di Fiat rispetto all’emissione. L’unica opzione che rimarrà in piedi sarà quella del Cap che limiterà il rimborso massimo a scadenza a 120 euro, equivalenti ad un valore dell’azione del Lingotto pari a 5,2104 euro.
Dopo la breve descrizione del funzionamento, passiamo al profilo rischio rendimento rispetto alle correnti condizioni di mercato. La rincorsa messa a segno nelle ultime sedute ha portato il titolo Fiat a quota 4,66 euro, generando così rispetto alla rilevazione dello scorso 29 febbraio, un apprezzamento di oltre il 7%, all’interno di un mercato europeo che a suon di strappi e ricadute si mostra sostanzialmente invariato. La volatilità che contraddistingue il titolo, fortemente aggressivo rispetto all’indice benchmark italiano, rimane comunque sostenuta, come dimostra l’indice CED|Probability per il calcolo delle probabilità di pagamento del premio a scadenza. Benché l’orizzonte temporale sia piuttosto contenuto e il sottostante possa contare su un margine dalla soglia invalidante pari al 39,44%, le probabilità di rottura ammontano al 29%.
Passiamo quindi a considerare la remunerazione per l’assunzione di tale rischio. A fronte di un valore della componente lineare pari a 107,32 euro, il certificato è esposto ad un prezzo lettera pari a 100,65 euro. In caso di mancato evento knock out, il rimborso di 120 euro determinerà un rendimento lordo a scadenza pari al 19,23%, equivalente ad un 18,81% su base annua. Un interessante profitto sulla carta, ma di poco conto se confrontato con l’apprezzamento del 32% messo a segno dal titolo da inizio anno. Tuttavia, se si allunga l’orizzonte temporale, si osserva come Fiat abbia ceduto circa un quarto del suo valore negli ultimi dodici mesi. Il vantaggio del certificato sta quindi nell’assicurare un premio dall’importo notevole, non solo a fronte di un modesto rialzo rispetto ai valori correnti ma anche per un ribasso fino a 2,8223 euro, ben al di sotto del minimo assoluto a 3,276 euro segnato lo scorso novembre.
Passando infine all’operatività, il grafico mostra il valore intrinseco a sei e nove mesi e alla scadenza. Volendo farne un esempio di lettura si può partire dalla linea azzurra in verticale, ovvero dal valore corrente di Fiat. A settembre, in caso di sostanziale immobilità del sottostante il fair value del certificato sarà pari a 108 euro, equivalente ad un rendimento di circa il 7,3%. In dicembre, a tre mesi dalla scadenza, al medesimo valore di Fiat corrisponderà un intrinseco di 115 euro. In questo caso una vendita al fair value determinerebbe un rendimento del 14,65%. Altrettanto utile può essere la lettura del valore atteso della struttura opzionale sottostante al certificato in caso di andamento negativo dell’azione Fiat. Con l’obiettivo di determinare il punto di pareggio, ovvero il livello di Fiat oltre il quale, al ribasso, il certificato presenterà un valore intrinseco inferiore ai 100,35 euro, individuiamo sul grafico in 4,20 euro la quotazione del Lingotto necessaria a settembre 2012 per vedere il certificato al medesimo prezzo a cui viene scambiato oggi. Spostando l’asse a dicembre 2012, un fair value di circa 100 euro si avrà solo in corrispondenza di un valore di Fiat pari a 3,88 euro. In entrambi i casi si specifica tuttavia che un’eventuale quanto probabile incremento della volatilità inciderebbe negativamente sul valore complessivo della struttura.