INVESTIRE A SCONTO CON I DISCOUNT
Poco considerati per l’assenza di protezione del capitale, i Discount possono rendere al meglio in un mercato laterale.
Sono inseriti nella categoria Acepi dei certificati a capitale non protetto e per questo motivo riscuotono poco gradimento tra chi ha il compito di far rendere al meglio i propri capitali senza correre rischi eccessivi. Sono i Discount Certificates, tipologia di certificati che hanno un gran seguito in Europa ma molto meno in Italia, dove la ricerca della protezione del capitale, condizionata o al massimo subordinata al rispetto di una condizione, influisce in maniera determinante nel processo della scelta del prodotto migliore. Tuttavia, proprio per le caratteristiche peculiari con cui sono concepiti, i Discount Certificates possono regalare più di una soddisfazione quando i mercati viaggiano in laterale. In tal senso occorre sottolineare come per la maggior parte del tempo, gli indici azionari si muovono in un più o meno ampio, trading range, uscendo in un senso o nell’altro molto rapidamente solo per brevi periodi. Questa tendenza storica ha avuto delle interruzioni proprio nell’ultimo triennio, durante il quale si sono susseguite diverse crisi, dai mutui sub-prime con il fallimento della Lehman Brothers a quella dei debiti sovrani, con il quasi fallimento della Grecia. Ma di fondo rimane il fatto che oscillazioni nell’ordine del 10/15% rappresentano il più delle volte l’escursione annuale di un indice azionario. Sulla base di tale assunto e in previsione che, dopo aver assistito ad elevati picchi di volatilità si possa tornare a ragionare su variazioni settimanali o mensili molto più contenute, i Discount Certificates quotati sul mercato italiano possono rappresentare un valido strumento di investimento per massimizzare i rendimenti. Il motivo per cui tale genere di certificati non sono indicati in fasi di mercato marcatamente direzionali è legato al Cap che ne limita l’upside in caso di forte rialzo del sottostante e all’assenza di protezione del capitale che non consente di bloccarne le perdite in caso di forte ribasso. La logica che si nasconde dietro un Discount Certificates è quella di offrire all’investitore l’opportunità di pagare ad un certo prezzo un qualcosa che alla scadenza varrà potenzialmente di più. Le variabili note sono due: il prezzo massimo a cui questi certificati possono essere rimborsati e il prezzo corrente al quale possono essere acquistati. Dalla differenza tra i due prezzi scaturisce lo sconto che, in ottica della scadenza, permette all’investitore di ottenere un rendimento o di ridurre la perdita del sottostante in caso di ribasso.
Per dare vita ad un Discount Certificates lo strutturatore non fa altro che acquistare un’opzione call sul sottostante con strike pari a zero e vendere contestualmente una call con strike pari al livello che si intende “cappare”. Proprio dalla vendita dell’opzione call si ottiene immediatamente un flusso di cassa che consente di ridurre il costo complessivo della struttura e di trasmettere implicitamente all’acquirente uno sconto sul teorico valore finale a scadenza.Per ciò che riguarda il payoff, è molto semplice da definire in sede di esercizio. Stabilito lo strike, se il sottostante a scadenza è a un valore pari o superiore a questo, si riceve il rimborso dell’importo massimo ( Cap). Se è a un valore inferiore, si riceve il rimborso dato dal prodotto tra il valore finale del sottostante e il multiplo. Vediamo a questo punto cosa offre il mercato per tentare di sfruttare un’eventuale fase di consolidamento dei listini azionari, approfittando di uno sconto già noto in partenza su quei certificati la cui struttura è costituita dalle opzioni precedentemente descritte. Si parta con il dire che gli emittenti che in questo momento sono in grado di presentare dei Discount in quotazione sono tre: Deutsche Bank, BNP Paribas e Macquarie. Le tipologie di Discount che si incontrano sono due, ovvero su singolo sottostante o su un basket di azioni o indici. Come avviene per tutte le strutture di certificati, ove è presente un paniere multi sottostante, in virtù della strategia a correlazione, si è anche in grado di puntare a uno sconto maggiore.
A SCONTO SULL’EUROSTOXX 50
Le prime proposte che andiamo ad analizzare sono due Discount firmati Deutsche Bank, che hanno per sottostante l’indice delle blue chip europee. In particolare, le scadenze su cui si può decidere di investire sono rispettivamente fissate al 15 aprile 2013 e al 14 ottobre dello stesso anno. Per quanto riguarda il primo certificato, è previsto il rimborso di un importo massimo di 24 euro se alla scadenza l’Eurostoxx 50 sarà ad un livello pari o superiore ai 2400 punti. Quotato sul Sedex ad un valore di 21,37 euro, a fronte di una quotazione dell’indice sottostante pari a 2541 punti, il certificato è quindi in grado di tramutare anche una perdita dell’indice, non superiore però al 5,57%, in un guadagno del 12,31%. E’ da sottolineare il fatto che tale buffer corrisponde ai dividendi che si prevede l’Eurostoxx 50 staccherà entro la scadenza e pertanto considerando lo stacco fisiologico che si avrà nei mesi a venire, è esattamente sulla tenuta dei 2400 punti che l’investitore dovrà puntare. In ogni caso, ipotizzando un acquisto ai prezzi correnti, sarebbero precluse perdite in conto capitale per valori dell’indice a scadenza non inferiori a 2137 punti ( 21,37 x 100 del multiplo).Spostando in avanti l’orizzonte temporale di sei mesi, un secondo Discount offre l’opportunità di trasformare uno sconto del 17,30% in guadagno se l’Eurostoxx 50 sarà alla scadenza del 14 ottobre 2013 ad un livello non inferiore ai 2400 punti. Come per il precedente certificato, in caso di rilevazione inferiore si seguirà il metodo di calcolo utilizzando il multiplo. Alla luce dei 20,46 euro a cui è possibile reperire lo strumento sul Sedex, è pertanto fissato in corrispondenza dei 2046 punti di Eurostoxx 50 il punto di pareggio in caso di andamento avverso.
SALDI A PIAZZA AFFARI
Sono ancora firmati Deutsche Bank due Discount che hanno come sottostante l’indice italiano FTSE Mib. Per entrambi lo strike è fissato a 16200 punti ed è pertanto pari a 16,20 euro il rimborso massimo che si potrà ottenere alle rispettive scadenze di aprile e ottobre 2013. Il certificato che andrà in scadenza per primo è quotato sul Sedex a un prezzo di 14,28 euro e pertanto offre uno sconto del 13,45%; il secondo è prezzato 13,69 euro e di conseguenza propone uno sconto che raggiunge il 18,33%. Per entrambi, tuttavia, è necessario considerare che il FTSE Mib tenderà a perdere una percentuale di dividendi maggiore del 3,13% di buffer sullo strike e pertanto lo sconto attualmente quantificato potrebbe risultare inferiore qualora l’entità dei dividendi non venisse recuperata almeno in parte entro la scadenza.Sono invece emessi da BNP Paribas tre Discount scritti su single stocks quotate a Piazza Affari. Si tratta nello specifico di tre certificati che consentono di investire con uno sconto in partenza sui titoli Eni, Enel e Atlantia. Sebbene lo sconto appaia simile per le tre emissioni, vale la pena analizzare attentamente quale sarà l’incidenza dei dividendi stimati sul fair value dei rispettivi sottostanti. Innanzitutto occorre specificare che rispetto alle quattro proposte su indici viste in precedenza, l’emittente francese ha optato per un’emissione su base 100. Ciò implica che il multiplo, utile per conoscere il valore di esercizio in caso di rilevazione del sottostante inferiore allo strike, è ricavato dividendo i 100 euro nominali per lo strike. Nel caso specifico, partendo dall’emissione agganciata a Eni, si sa che alla scadenza del 10 luglio 2013 si riceverà un rimborso massimo di 100 euro se l’azione sarà a un livello non inferiore ai 16,42 euro dello strike. In caso contrario, si otterrà un rimborso pari al valore di riferimento di Eni moltiplicato per il multiplo 6,09. Ipotizzando, quindi, che Eni si trovi alla data di valutazione finale a un livello pari o maggiore di 16,42 euro si riceveranno 100 euro di rimborso; diversamente, qualora si trovi a 15 euro, si otterranno a titolo di rimborso 91,35 euro ( 15 x 6,09). Attualmente il certificato è scambiato sul Sedex a 86,90 euro e pertanto lo sconto in caso di rimborso Cap sarebbe del 15,07%. Va però considerato che entro la scadenza Eni distribuirà presumibilmente circa 1,50 euro di dividendi, che dai 17,40 euro correnti porteranno il fair value a 15,90 euro: da qui, in virtù di un ipotetico rimborso di 96,83 euro, lo sconto ammonterebbe quindi all’11,42%, percentuale che in qualunque caso consentirebbe di sovraperformare rispetto al sottostante, anche in caso di una discesa consistente. Sta pagando dazio da diversi giorni a causa delle voci su un possibile taglio del dividendo, il titolo Enel. Sottostante del Discount di BNP Paribas, ad Enel è richiesto di attestarsi alla scadenza del 10 luglio 2013 ad un valore non inferiore a 3,395 euro per consentire un rimborso di 100 euro. Per valori inferiori, così come appare più probabile in questo momento, il rimborso sarà dato dal prodotto tra l’ultimo prezzo di Enel e il multiplo29,455. Invirtù dei correnti 3,06 euro a cui il titolo è scambiato, lo sconto sui 76,90 euro di quotazione del certificato è pari al 17,21%. Si risale a tale percentuale stimando il rimborso a 90,13 euro; tuttavia, tenendo conto di un possibile dividendo di 0,35 euro complessivi, lo sconto andrebbe a ridursi considerevolmente fino quasi ad azzerarsi. Si consiglia pertanto di monitorare attentamente la situazione relativa ai dividendi. E’ infine legato ad Atlantia il terzo Discount di BNP Paribas. In questo caso è necessario che il titolo non si trovi alla scadenza al di sotto dei 12,94 euro per consentire il rimborso dei 100 euro. Tuttavia, tenuto conto dell’attuale quotazione di 12,86 euro e dei dividendi stimati in 1,3 euro ad azione, è del 7% circa lo sconto effettivo sul fair value rispetto al 19,49% che scaturisce dai prezzi spot in funzione della valutazione del certificato a 83,15 euro.
SCONTI MULTIPLI
Presentano una struttura più articolata i Discount che prevedono come sottostante un basket. Per tali certificati, l’analisi del rischio rendimento va effettuata tenendo conto del worst of, ossia del peggiore tra i componenti del basket. Una volta individuato l’indice, o l’azione, meno performante, il calcolo del potenziale sconto è ricavabile nel medesimo modo applicato per i certificati su singolo sottostante. Tra le proposte più interessanti si segnala il Discount di Deutsche Bank su un paniere di indici composto dall’Eurostoxx 50, dal Nikkei 225, dallo S&P 500 e dallo SMI di Zurigo. Il rimborso di 100 euro verrà riconosciuto alla scadenza del 13 ottobre 2014 se nessuno dei quattro indici si troverà al di sotto dei rispettivi strike, fissati rispettivamente a 2732,91 punti, 9404,23 punti, 1146,24 punti e 6284,17 punti. In questo momento, il peggiore tra i quattro è l’indice dell’area euro, con una variazione negativa rispetto al proprio strike pari al 7%, sebbene vada considerato che entro la scadenza andranno ad impattare sul suo valore quasi dieci punti percentuali di dividendi. Tutti gli altri indici si attestano invece a ridosso, o addirittura al di sopra dello strike. Tenuto conto di tali caratteristiche e degli attuali livelli di prezzo, ipotizzando una sostanziale neutralità delle variazioni tra il valore a scadenza dell’Eurostoxx 50 e il suo valore corrente, dato un prezzo del Discount a 71,35 euro è quantificabile al 40,15% lo sconto conseguibile. Sconto, però, che si riduce sensibilmente se l’indice non sarà in grado di recuperare almeno in parte i dividendi stimati.