SONIX, MI PIACE QUEST’ELEMENTO
Nyse e Nasdaq in fermento per lo sbarco a Wall Street di Facebook. Un Benchmark di Société Générale per seguire dalle coste italiane gli effetti della prima IPO da 5 miliardi di dollari.
Il dado è tratto. Con la consegna della documentazione alla Security and Exchange Commission dell’1 febbraio, il principe dei social network, Facebook e il suo patron, il ventisettenne Marck Zueckerberg, sono pronti ad approdare a Wall Street entro il secondo semestre di quest’anno. Una IPO suggerita dall’inevitabile maggior trasparenza richiesta dalle accresciute dimensioni del colosso di Palo Alto, nonché dagli ingenti investimenti privati, da ultimo Goldman Sachs con 500 milioni di dollari, che ha come obiettivo quello di sfruttare tutte le potenzialità di quell’incredibile macchina da soldi che si sta rivelando il fenomeno dei social network. Quest’ultimo infatti, considerato nella sua interezza, pur avendo risentito della flessione negativa dello scorso anno, sembra rappresentare il nuovo Eldorado dopo i deludenti risultati dell’economia reale e l’incertezza sul lato finanziario. Che quella dei social network sia destinata a seguire le sorti della bolla dot.com dello scorso decennio? Numeri alla mano, la principale IPO del settore dello scorso anno, rappresentata da Linkedin, dopo un exploit a +60%, dal primo prezzo di contrattazione ai valori correnti ha ceduto sul campo circa il 23% mentre RenRen, l’equivalente cinese di Facebook (non disponibile nella terra del Dragone) quotato anch’esso a Wall Street, dopo un prezzo di partenza a 14 dollari quota ora intorno a 5 dollari.
In ogni caso questa si presenta come la più ricca IPO dopo quella di Google, ancora leader indiscusso per market share sul comparto internet, con un valore di mercato stimato a 100 miliardi che pone senza dubbio Facebook sotto i riflettori. Per gli investitori italiani, un’alternativa a una watchilist sulla Top Selection della costellazione di titoli legati al fenomeno dei social network è rappresentata dal Benchmark scritto sul Solactive Social Networks Index (SONIX) di Société Générale, un indice valorizzato in euro, creato il 13 gennaio 2011 con un valore iniziale di 100 punti. Il certificato dell’emittente francese, introdotto sul Sedex di Borsa Italiana lo scorso 8 luglio, rappresenta il primo prodotto d’investimento sul settore. Strutturato per replicare linearmente il sottostante, fino alla scadenza, fissata per il 26 giugno 2016, offre la possibilità di seguire il paniere diversificato di società listate composto da Tencent Holdings Ltd, Mixi Inc, DeNa Co Ltd, Linkedin Corp, RenRen Inc Adr, Mail.Ru Group-GDR Regs, United Online Inc, Gree Inc, Xing Ag e Meetic. Ciascuna componente è ponderata per il relativo valore di mercato (prodotto tra il numero di azioni e il prezzo) e la sua presenza all’interno del paniere è rivista ogni sei mesi, con un peso compreso tra il 3 e il 20%. Tuttavia in caso di eventi eccezionali, come nel caso di offerte pubbliche iniziali di società rilevanti, come successo nel caso di Linkedin e RenRen, il paniere sarà suscettibile di eventuali revisioni anticipate. E’ quindi ovvio come l’ingresso a Wall Street di “FB”, seguito probabilmente da quello di Twitter, determinerà una rilevante modifica dei pesi del paniere. Tuttavia i primi rumors sul listing di “FB” sembrano aver rivitalizzato l’intero settore e di conseguenza le sorti del certificato che, scambiato correntemente a 102,45 euro, segna una performance a un mese dell’11,32% e dell’11,56% ad una settimana.
D’altra parte un confronto con il Nasdaq statunitense, quale indice tecnologico di riferimento, mostra come il Benchmark dell’emittente francese abbia resistito meglio alle turbolenze di mercato, che hanno inevitabilmente contagiato anche i settori legati all’high tech. Emesso a 97,12 euro lo scorso 8 luglio, in corrispondenza di un indice Nasdaq a 2859,81 punti, sui massimi di periodo, il certificato dopo aver toccato un top a 108,8 euro il primo agosto in controtendenza con il generale scenario di mercato, è poi crollato a 88,65 a fine novembre, per riprendere la strada del recupero fino alla quotazione corrente, che riflette un complessivo +5,49% dal prezzo di emissione. L’indice Nasdaq invece, come la maggior parte delle piazze finanziarie ha invertito a metà estate la propria rotta toccando il minimo a inizio ottobre a 2353,83 punti, equivalente ad un crollo -17,7%, per poi volgere a più riprese verso ad un incremento che lo ha condotto ad un recupero complessivo pari al +1,2%.