L’APPEAL DEL TASSO FISSO, LE POTENZIALITA’ DELL’INVERSE
La Barclays Scudo 6×6 per cavalcare l’incertezza sui tassi
Il cambio di inclinazione della foward curve dell’Euribor, dovuto alle mutate scelte di politica monetaria dei vertici dell’Eurotower, ha messo sotto scacco le proposte a tasso variabile, facendo tornare in auge le inverse floater che avevano sofferto fino ad ora di uno scenario di forte espansione dei tassi di mercato. In tale contesto, per chi fosse alla ricerca di un elevato flusso cedolare, torna nuovamente interessantela Scudo6x6 ( Isin IT0006715418 ), una delle proposte lanciate da Barclays Plc nel corso del 2010. Tale obbligazione, caratterizzata da una scadenza fissata per il 16 giugno 2025, consente infatti di conciliare un flusso certo del 6% su base annua, distribuito semestralmente per i prossimi cinque anni, con un’indicizzazione variabile per i successivi data dal differenziale tra il 6% fisso e l’Euribor semestrale.
Nell’odierno contesto economico, la fix to reverse floater targata Barclays, rappresenta senza dubbio uno dei bond che maggiormente consente di sfruttare l’appel del tasso fisso anche in uno scenario di incertezza sul fronte tassi che ha fatto ridurre la stima di crescita nel lungo periodo del tasso interbancario dell’area Euro di circa 100 bp nel corso dell’ultimo trimestre.
Entrando nello specifico dell’obbligazione, è doveroso ricordare come in regime di inverse floater, al contrario di altre proposte disponibili per il risparmiatore privato, l’investitore non corra il rischio di vedersi azzerare l’importo cedolare a causa di un incremento sostanzioso dei tassi, dal momento che l’emittente ha inserito nella struttura un’opzione floor che garantisce una cedola minima del 2% annuo. Di conseguenza, anche se in un determinato periodo l’Euribor ritornasse su valori superiori al 4%, il floor permetterebbe comunque di ottenere una cedola di 10 euro ogni sei mesi. Come sarà facilmente comprensibile, un prodotto così strutturato si rivolge soprattutto a quanti ritengono che i tassi, anche se destinati a salire per motivi fisiologici, si manterranno comunque lontani dai massimi toccati primi della recente crisi. Tale “scommessa” è resa meno azzardata, soprattutto dal punto di vista dell’esposizione al rischio di un deterioramento dei prezzi dell’obbligazione, dalla cedola fissa per sei anni decisamente superiore alla media di mercato e dalla presenza del floor del 2% che rende la duration del titolo meno elevata rispetto ad una classica inverse floater.
E’ bene ricordare come la reattività dei prezzi del bond ai mutamenti del livello dei tassi d’interesse, risulti essere più marcata rispetto ad una obbligazione a tasso fisso di identica maturity. Per tale motivo, in caso di un nuovo mutamento delle prospettive di crescita del parametro variabile o di forti tensioni sull’interbancario, le obbligazioni strutturate di tipo inverse floater risulterebbero quelle maggiormente penalizzate. Tuttavia, nel caso specifico, il floor ai rendimenti tende ad eguagliare tale proposta ad una classica tasso fisso e, come è possibile apprezzare anche a livello grafico, la duration, misura che propriamente quantifica il rischio tassi insito in un investimento obbligazionario, risulta essere decisamente più bassa ed assimilabile proprio ad un tasso fisso di pari maturity rispetto ad una fix to reverse floater senza floor ai rendimenti.
Focalizzando ora l’analisi sul rendimento potenziale offerto, al fine di mostrare più esplicitamente il possibile range di oscillazione dell’yield to maturity dell’obbligazione targata Barclays, si è provveduto ad effettuare una simulazione volta ad illustrare gli effetti che l’evoluzione futura dell’Euribor a 6 mesi eserciterebbe sul rendimento dell’obbligazione.
In particolare, si è analizzato come nell’attuale scenario di mercato, ricavato interpolando la curva forward sul tasso interbancario, il rendimento corrispondente in base ai correnti 93 euro esposti in lettera al MOT di Borsa Italiana, è pari al 5,07% lordo. In uno scenario negativo, che veda l’Euribor sempre superiore al 4% e di conseguenza le cedole variabili sempre pari al floor, corrisponde invece un rendimento minimo garantito dell’obbligazione pari al 4,568% lordo.