MEDIOBANCA QUINTO ATTO

Nuovo bond in casa Mediobanca, da Piazzetta Cuccia un 4% scadenza 2 anni

La forte discesa dei corsi azionari, inevitabilmente fa crescere l’appeal sul comparto obbligazionario, capace per propria natura, di coniugare discreti ritorni a fronte di rischi maggiormente contenuti, in attesa di segnali più chiari e di una minore volatilità delle quotazioni per tornare a scommettere sull’equity.

Tra le emittenti storiche, sul MOT di Borsa Italiana, è Mediobanca a lanciare una nuova fixed income con scadenza biennale caratterizzata da un rendimento facciale del 4%.La Mediobanca QuintoAtto 4%  2011/2013 (Isin IT0004760721), questo il nome commerciale dell’ultima proposta, si contraddistingue per una cedola del 4% distribuita su base annuale fino alla data di scadenza fissata per il 2 settembre2013. Afronte dell’attuale quotazione ancorata al nominale, il rendimento effettivo a scadenza ammonta oggi al 3,998%. Vista la pressione che attanaglia il comparto dei titoli sovereign e in particolare l’Italia, tale rendimento risulta essere inferiore di quasi 65 punti base rispetto ad un BTP dotato di medesima maturity.

Emblematico il caso dei relativi CDS. Guardando infatti alla media dei CDS sovrani, sintetizzata dall’indice Itraxx Sovereing CDS (linea arancione del grafico), essa da oltre un anno risulta essere superiore alla media dei CDS corporate (linea bianca del grafico), scontando di fatto un minor rischio proprio sui titoli societari rispetto ai titoli di Stato. A puro titolo informativo, attualmente il differenziale risulta essere pari a 141 punti base, poco lontano dai massimi raggiunti a quota 181 verso la metà di luglio.

Guardando invece ai titoli comparables appartenenti allo stesso settore (Banks) e caratterizzati dal medesimo merito creditizio (A+ per S&P’s), l’obbligazione consente di avere accesso ad un rendimento più elevato, nell’ordine di 100 punti base.

Spostando l’attenzione sui rischi connessi all’investimento nella Mediobanca Quinto Atto, oltre al rischio emittente, è opportuno evidenziare come il bond in virtù della breve durata e della frequenza delle cedole, risulti avere una duration piuttosto bassa, pari a 1,85 anni, il che implica una reattività dell’obbligazione  molto bassa ai movimenti del livello dei tassi.

Per quanto riguarda la coerenza del rendimento offerto dall’emissione, può tornare utile effettuare un’analisi comparativa tra il rischio di credito dell’emittente, sintetizzato dalla curva dei CDS spread, e l’attuale prezzo sul secondario. Utilizzando il modello di JP Morgan per il pricing dei CDS, che permette di ricavare le probabilità di default implicite nella curva dei CDS spread, risulta che il fair value, ovvero il prezzo che incorpora sia la probabilità di insolvenza dell’emittente in una delle scadenze che l’eventuale recovery rate (fissato convenzionalmente al 40%) , è pari a 97,922 euro, ossia 2,08 euro in meno rispetto al prezzo di vendita sul MOT. Di conseguenza, il rendimento corrispondente all’effettivo grado di rischio dell’obbligazione dovrebbe essere pari al 5,137%. Infine, è interessante osservare il valore del Default Adjusted Spread, pari a 114,414 bp, il quale indica il numero di basis points che dovrebbero essere sottratti dalla curva swap (utilizzata per attualizzare i flussi di cassa futuri) al fine di uguagliare il prezzo ottenuto tramite il modello al valore di mercato dell’obbligazione.