FINMECCANICA IN TRINCEA
Colpito ma non affondato. L’Athena Relax di BNP Paribas segue in prima linea l’agonia dell’illustre sottostante ma grazie alla barriera discreta niente è perduto
Dopo aver chiuso la sua settimana più nera della sua storia recente a 5,36 euro, il livello più basso dal 1997, Finmeccanica nelle ultime sedute ha aggiornato ancora i propri minimi scendendo fino a 5,125 euro. Un tracollo, per il colosso nazionale dell’aeronautica civile e militare, innescato dal taglio alla spesa per la difesa e da una trimestrale negativa, che ha fatto affondare il titolo del 17,36% nella sola giornata di giovedì. Nel breve termine il giudizio di circa il 50% degli analisti di Bloomberg rimane ancora “sell”, anche se, a fronte di una redditività assolutamente deludente, la struttura del capitale non sembra mettere in stato di allerta la società, grazie ad un peso moderato del debito a breve inferiore al 12%. Anche i due certificati disponibili con sottostante Finmeccanica, entrambi targati BNP Paribas, hanno seguito da vicino il giovedì nero del titolo azionario. L’Athena Relax, che a differenza del Bonus Cap altrimenti disponibile, gode di una barriera knock-out valida solo a scadenza, ha toccato in avvio di settimana un minimo a 64 euro, pur non avendo violato, nemmeno virtualmente, la soglia invalidante. Sebbene il sottostante abbia perso più di 38 punti percentuali dall’emissione, grazie alla barriera discreta e alla durata residua di oltre due anni, i 64 euro in lettera sul Sedex potrebbero rappresentare una buona opportunità di acquisto in corsa per puntare ad un rendimento del 56,25% condizionato alla tenuta dei 5,124 euro alla data di scadenza del 28 giugno 2013. Più in particolare, il certificato presenta la classica struttura autocallable, ovvero consente di ottenere il rimborso anticipato ( il 29 giugno 2012) prima della scadenza se il prezzo di riferimento del titolo Finmeccanica è superiore a 8,54 euro, ossia lo strike iniziale. Il premio sul nominale è fisso al 6% sia in caso di rimborso anticipato che di liquidazione a scadenza e pertanto, a differenza di analoghe strutture Express, non è previsto l’effetto memoria che tende a remunerare l’investitore per il valore temporale. Tale assenza è stata tuttavia bilanciata all’emissione da una cedola garantita del 4,5%, già staccata lo scorso 6 luglio. Magra consolazione per i sottoscrittori dell’Athena Relax, che hanno visto crollare a pochi giorni dallo stacco il prezzo del certificato a valori molto vicini a quelli benchmark, senza considerare che la cedola del 4,5%, così come l’eventuale premio del 6%, remunerano solo parzialmente il dividend yield del titolo azionario, pari al 7,46%. Eppure, se il prezzo di riferimento di Finmeccanica, unicamente al 28 giugno 2013, fosse superiore alla barriera knock out posta a 5,124 euro, ovvero rimanesse in bilico sui correnti 5,26 euro, il rendimento complessivo compenserebbe ampiamente sia il dividendo sia la cedola già staccata. Passando ora al rovescio della medaglia, particolare attenzione va posta allo stacco dei dividendi. Sull’orizzonte temporale complessivo si stima una perdita attesa sul sottostante, data dai dividendi fin qui comunicati e deliberati, pari al 14,92%. Questo significa che qualora Finmeccanica non riuscisse ad allontanarsi dai valori attuali, il solo stacco dei dividendi determinerebbe la verifica dell’evento knock out. Sarebbe infatti necessario a quel punto un rialzo minimo del 12,26% al fine di ottenere il rimborso del nominale. Ulteriori incrementi determinerebbero invece un premio minimo del 56,3%, fermo restando tuttavia che l’investimento diretto del sottostante darebbe migliori risultati per valori di Finmeccanica superiori a 7,44 euro. In ogni caso, se si considera l’elevata volatilità del sottostante (la deviazione standard a 100 giorni è pari al 31,811%), la struttura del certificato, grazie anche ad un’opzione autocallable intermedia, espone la relativa quotazione solo parzialmente al rischio equity che caratterizza il titolo.