CJ882: Perché volatilità fa rima con opportunità

Scarica il PDF

Da “Liberation Day” a tempesta perfetta il passo è stato brevissimo. L’imposizione dei dazi voluta da Donald Trump ha scatenato una guerra commerciale su scala globale, in particolare con la Cina, che ha risposto prontamente. Ma quello che inizialmente sembrava un braccio di ferro sui dazi doganali, con il passare delle ore sembra sempre più trasformarsi in una vera e propria “guerra fredda economica”, con effetti tangibili sui mercati finanziari ed implicazioni significative per chi investe, per le aziende e, più in generale, per l’economia globale.

Così, dopo un lungo periodo di calma sui mercati finanziari si sono scatenate le vendite che hanno travolto tutti gli asset ad eccezione dell’oro, che continua ad aggiornare i massimi storici. Dalle azioni alle obbligazioni, dalle materie prime al petrolio e alle criptovalute, nessuno è stato risparmiato e la volatilità è esplosa.

Lunedì scorso il VIX, l’indice della paura, ha toccato un massimo di 60 punti come non si vedeva dai tempi della crisi Covid. Tornando indietro di 5 anni, a quel periodo dove l’indice della paura superò la soglia degli 80 punti, chi investiva in certificati e già ci seguiva ricorderà le straordinarie opportunità che si crearono. Proprio per comprendere nel dettaglio e con esempi reali quali sono le dinamiche che regolano il rapporto tra volatilità e certificati, siamo andati a ripercorrere cosa avvenne tra marzo e novembre 2020 provando ad ipotizzare gli scenari che potrebbero verificarsi in questa fase particolarmente complessa dei mercati.

Tra i certificati che possono rivelarsi utili in questa fase di mercato troviamo i Twin Win, ossia una particolare struttura che, entro i limiti della barriera, riesce a valorizzare sia i rialzi che i ribassi del sottostante, in questo caso ribaltando in positivo le performance negative realizzate rispetto allo strike.

Per spiegare le peculiarità di questa struttura abbiamo messo sotto la lente una vecchia emissione di Goldman Sachs: un Twin Win Cap Autocallable scritto sul FTSE Mib che prevede una partecipazione lineare alle performance assolute dell’indice, ovvero private del segno, con la barriera fissata a 23.745,512 punti.