CJ862: Il portafoglio modello di CeD
L’effetto Donald Trump si sta facendo sentire sui mercati finanziari: guardando agli indici azionari, mentre i listini americani aggiornano i nuovi massimi storici, quelli europei e asiatici arretrano sulla scorta dei possibili dazi doganali sulle importazioni che il neopresidente degli Stati Uniti ha in programma di inserire.
Gli effetti si sono fatti sentire anche sul mercato obbligazionario con il decennale salito al 4,48% di rendimento contro il 4,30% dell’inizio settimana. Nonostante ciò, la Federal Reserve ha proceduto come da aspettative al taglio del costo del denaro di un quarto di punto indicando, tuttavia, un “outlook economico incerto”.
Senza ombra di dubbio, nei prossimi mesi e soprattutto a partire dal 20 gennaio 2025, giorno in cui Donald Trump giurerà come 47° presidente degli Stati Uniti, bisognerà capire come si muoveranno gli equilibri delle economie di tutto il mondo in funzione delle riforme che verranno attuate.
Proprio in considerazione di questo contesto, l’Ufficio Studi di Certificati e Derivati ha strutturato il nuovo portafoglio modello del mese di novembre che mira, in primo luogo, a soddisfare l’esigenza di contenere eventuali impennate di volatilità. Per fare questo sono state scelte strutture con carattere difensivo, dotate quindi di opzione Airbag, e sono stati accuratamente selezionati i sottostanti, facendo ricorso anche agli indici. Il mix di cinque certificati che hanno risposto alle diverse richieste ha permesso di creare un portafoglio che punta al 9,19% di rendimento annuo con barriere dei singoli strumenti comprese tra il 40% e il 60%.
Un altro tema che ha interessato da vicino gli investitori in certificati, dai quali ci sono arrivate numerose domande che abbiamo riportato nella rubrica della posta dei numeri scorsi, riguarda il tema dei future su materie prime, inseriti sia come singoli sottostanti che nei basket, che erroneamente sono stati spesso considerati alla stregua dei classici indici azionari. Prodotti che hanno riscosso un ottimo riscontro e per i quali gli emittenti hanno dovuto frenare gli entusiasmi per non incrementare troppo l’esposizione su questi asset. Leonteq, tra gli emittenti interessati da questa dinamica, ha lanciato sul mercato un’alternativa per chi vuole ancora puntare sull’oro nero ma per tramite delle società impegnate nel settore. Si tratta di un nuovo Phoenix Memory Softcallable sui titoli petroliferi Eni, Repsol, Valero Energy e Chevron che è anche uno dei componenti del portafoglio modello.