Leonteq, nuovi certificates su azioni ed indici
Fra i nuovi certificati di investimento di Leonteq troviamo un prodotto legato alle azioni di Intesa Sanpaolo, Fineco e Poste Italiane, con codice ISIN CH1180756327. Le barriere sono ampie, in quanto collocate al 60% dei prezzi di osservazione iniziale, permettendo quindi all’investitore di incassare le cedole e di ottenere la protezione del capitale anche nel caso di moderati ribassi dei sottostanti. Per intenderci, la barriera sulle azioni di Intesa è collocata a 1,117 euro, quella di Fineco appena sopra i 7 euro, mentre per Poste Italiane è pari a 5,386 euro. In questo certificato di investimento le cedole sono pagate su base mensile ed hanno un ammontare pari all’1% del valore nominale. L’investitore incassa quindi 10 euro ogni mese per ogni certificato detenuto (a patto che tutti e tre i sottostanti quotino a un livello superiore rispetto al 60% del rispettivo fixing iniziale).
Una seconda emissione di Leonteq legata al FTSE Mib è il certificato ISIN CH1163999811. In questo caso i sottostanti sono Intesa Sanpaolo, Salvatore Ferragamo ed Eni. Le barriere sono al 60% dei prezzi di osservazione iniziale, a fronte di cedole trimestrali pari al 2,50%. La prima è in calendario già a metà giugno e sarà pagata a patto che tutti e tre i sottostanti quotino a un livello superiore al 60% dei rispettivi prezzi di osservazione iniziale. Il rendimento cedolare può quindi arrivare fino al 10%. Questo certificato di Leonteq si compra leggermente a sconto, in area 970 euro. Il rendimento potenziale del prodotto sale quindi, in quanto il possessore del certificato – qualora l’investimento andasse a buon fine – otterrebbe un rimborso pari a 1.000 euro più le cedole, con un capital gain aggiuntivo pari alla differenza fra il valore nominale (1.000 euro) ed il prezzo di acquisto del certificato stesso.
La scadenza è calendarizzata per marzo 2027. Inoltre, è presente l’opzione del richiamo anticipato che potrebbe abbreviare la vita del prodotto, garantendo il pagamento delle cedole dovute fino a quel momento più il rimborso del valore nominale di 1000 euro.
Per chi vuole investire sul settore delle telecomunicazioni troviamo il certificato ISIN CH1171820074. Questo derivato strutturato da Leonteq ha infatti per sottostanti le azioni di Orange, Deutsche Telekom e Vodafone e paga cedole mensili pari allo 0,675% con trigger del 60%. Il flusso cedolare massimo del certificato può dunque arrivare all’8,10% annuo. La vita complessiva è pari a due anni, con osservazione finale in data 8 aprile 2024 e rimborso una settimana più tardi. Anche se le azioni di Vodafone sono denominate in sterline britanniche, il valore nominale del certificato è pari a 1.000 euro. L’investitore non è dunque soggetto al rischio di cambio grazie alla presenza dell’effetto quanto.
Fra le news in arrivo da Leonteq vale senz’altro la pena menzionare i leverage autocallable certificates. Questi certificati sono caratterizzati da un valore nominale pari a 500 euro, anche se le cedole sono calcolate su un prezzo di riferimento di 1.000 euro, determinando di fatto un effetto leva 2 sul possibile rendimento di questi prodotti finanziari.
Vista l’incertezza che domina sui mercati, Leonteq ha anche pensato a strutture maggiormente conservative. Fra queste possiamo senz’altro menzionare il certificato ISIN CH1180749645, un memory cash collect con airbag, legato a tre grandi indici azionari (FTSE Mib, EuroStoxx50 e S&P500). L’investitore ottiene cedole del 5% annuo a patto che nessuno dei tre indici perda il 40% o più rispetto al livello di fixing iniziale. La caratteristica più interessante è però il meccanismo low strike, ossia l’airbag. Di fatto ciò offre una garanzia extra all’investitore nel caso di veri e propri crolli da parte dei sottostanti. Infatti, nel caso in cui uno o più di essi a scadenza si trovassero al di sotto o al livello della barriera, l’investitore non riceverebbe un rimborso pari al nominale decurtato della perdita del peggiore. Il rimborso sarebbe invece pari il valore nominale di 1.000 euro moltiplicato per il quoziente tra il valore di chiusura del sottostante (con la peggiore performance) ed il rispettivo livello di strike.