Titoli bancari italiani: come creare valore
Punta al 9% annuo il nuovo Phoenix di Leonteq scritto su UniCredit, Intesa San Paolo e Poste Italiane
Tra i temi di mercato sotto osservazione c’è senza ombra di dubbio il settore bancario e in particolare quello italiano. In generale, la previsione di crescita dei tassi, spinti dall’inflazione, consentirà al sistema bancario di generare più utili e le operazioni di M&A potrebbero essere un mix vincente per spingere le quotazioni dei titoli. Infatti, guardando ai listini azionari, è stato proprio questo settore a far mettere la freccia di sorpasso al FTSE Mib che continua a mostrare una discreta forza relativa sugli altri listini del Vecchio Continente. Un’overperformance dei bancari che però non è una novità dell’ultimo momento: infatti, già da novembre 2020 l’indice settoriale europeo, l’Eurostoxx Banks, genera performance positive migliori rispetto all’Eurostoxx 50 che attualmente si attestano al 29%, dopo aver toccato però il 38% a maggio scorso e il +20% a inizio luglio.
Per cogliere questa dinamica di mercato e rimanere agganciati al tema del settore italiano, Leonteq ha da poco lanciato un nuovo Phoenix Memory (Isin CH1129844309) con scadenza quadriennale legato a tre big del settore come UniCredit, Intesa San Paolo e Poste Italiane. Si tratta di una emissione con durata complessiva di quattro anni che si distingue per una barriera terminale fissa al 60% e premi periodici trimestrali del 2,25%, pari quindi al 9% annuo, dotati di effetto memoria e che verranno riconosciuti a fronte della tenuta della stessa soglia del 60%.
È presente anche l’opzione autocall che, come segno distintivo dell’emittente, è caratterizzata da un trigger di tipo step down. Entrando più nel dettaglio, di trimestre in trimestre ad ogni rilevazione verrà confrontato il livello raggiunto dal peggiore dei sottostanti del basket in termini di performance con i due trigger, ovvero quello per il premio e quello per l’autocall. Mentre per la prima data di osservazione prevista per fine novembre si avrà accesso alla sola cedola del 2,25%, per le restanti valutazioni si guarderà all’opzione autocall o in alternativa al trigger per il premio.
È proprio l’opzione autocallable ad avere una conformazione non fissa che aumenta la flessibilità dell’investimento. Infatti, la soglia per attivare il rimborso anticipato del certificato prima della sua naturale scadenza, non è fisso bensì decrescente nel tempo e parte dal 100% iniziale per poi scendere di anno in anno del 5%. A partire dalla data di osservazione di novembre 2022, pertanto, il trigger scenderà infatti al 95% ovvero al 90% a novembre 2023 e all’85% l’anno successivo qualora, ovviamente, non si siano verificate le condizioni per il richiamo anticipato precedentemente.
Ciò significa che anche in un contesto di negatività il certificato può non solo generare performance positive date dai premi ma può anche scadere anticipatamente.
Qualora si arrivasse alla data di valutazione finale fissata per il 27 agosto 2025, capitale e ultimo premio verranno restituiti con tutti i titoli al di sopra della soglia del 60% mentre in caso contrario si subirà interamente la performance del worst of. Attualmente il certificato è acquistabile sotto la parità a 992,27 euro con worst of il titolo Poste Italiane in flessione di un punto e mezzo circa da strike.