Un Phoenix tricolore da Leonteq

Un nuovo certificato che vale l’8% annuo legato alle sorti delle 4 big italiane con l’aggiunta dell’opzione reload

Le prospettive per il mercato italiano non mancano di certo. Il settore industriale è pronto alla ripartenza e certamente una big del calibro di Stellantis potrà essere della partita in quella rivoluzione EV che sta coinvolgendo l’automotive europeo. La view sui tassi certamente aiuterà il comparto bancario e il petrolio, nonostante lo storno dell’ultimo mese, sosterrà un colosso come Eni che però dall’altro lato tanto sta investendo nel processo di decarbonizzazione. Tralasciando STM e Generali, le sopracitate aziende sono tra le top per capitalizzazione del FTSE Mib.

Per chi volesse puntare sulle big di Piazza Affari, Leonteq ha portato in negoziazione un nuovo Phoenix Memory Reload (Isin CH1121833938) può tornare estremamente utile anche in ottica di switch per consolidare i guadagni sui sottostanti o su certificati agganciati a basket italiani. L’idea come sempre è quella della massimizzazione del rendimento per il rischio assunto, considerando la discreta asimmetria che accompagna ogni emissione di Phoenix. La struttura di riferimento che prevede, nello specifico, premi trimestrali del 2%, il che significa l’8% annuo, caratterizzati dall’immancabile effetto memoria, ai quali si aggiungerà, a partire dalla terza rilevazione fissata per aprile 2022, l’opzione autocallable. La barriera capitale è rilevata solo alla naturale scadenza ma con una particolarità rispetto alle emissioni classiche.
Infatti, per attivare il knock out, ed il conseguente valore di rimborso calcolato in funzione dell’andamento del worst of, i sottostanti sotto barriera dovranno essere due. Se al contrario sarà solo un sottostante a rilevare al di sotto della soglia invalidante, il rimborso sarà invece pari al nominale. Elemento questo, che consente di avere una forte flessibilità anche in caso di ribasso dei sottostanti. In tale frangente tutte le opzioni accessorie rimarranno in piedi, sia la protezione del capitale, perché rimandata solo a scadenza che anche i premi periodici, che a necessità verranno accantonati per essere distribuiti non appena ce ne siano le condizioni (trigger 60%).

Una struttura che ovviamente non sarà iper-reattiva, quindi certamente poco adatta ai trader, ma che in ottica di gestione di portafoglio, certamente aiuta a spingere al rialzo il rendimento alzando parallelamente la so La struttura di riferimento che prevede, nello specifico, premi trimestrali del 2%, il che significa l’8% annuo, caratterizzati dall’imglia di protezione.

Concentrandoci proprio sulle caratteristiche difensive del prodotto, la barriera di Eni a quota 5,672 euro rappresenta livelli mai visti nella sua storia dal Cane a Sei Zampe, i cui minimi sono stati segnati a quota 5,726 euro il 29 ottobre 2020. Stessa dinamica anche per UniCredit i cui minimi assoluti sono segnati a 6,012 euro, contro una barriera capitale che per il Phoenix in analisi è fissata a 5,438 euro. Storia a parte per il duo Intesa San Paolo e Stellantis, due dei migliori titoli in termini di performance dell’ultimo anno, che proprio in virtù del loro andamento non hanno la barriera fissata sotto i minimi. Guardando il titolo bancario la soglia è stata fissata a 1,2825 euro, in ogni caso inferiore rispetto ad un livello supportivo che parte dal 2016. Stellantis, invece, dai minimi di marzo 2020, nonostante una quotazione leggermente inferiore ai massimi raggiunti, fa segnare una performance del 252%, con la barriera che si posiziona a 9,073 euro ovvero sui livelli di inizio novembre 2020.