Italia al massimo, rimane incognita stabilità politica
Tra uragano Irma, Super Euro e attesa febbrile dei mercati per i nuovi iPhone è passato abbastanza sottotraccia il convinto scatto in avanti di Piazza Affari. Senza la necessità di mettere a segno rialzi giornalieri da capogiro l’indice Ftse Mib questa settimana ha aggiornato i massimi sopra la soglia dei 22 mila punti portandosi a livello che non vedeva dal 2015.
Da inizio anno le blue chips italiane hanno messo a segno un balzo di oltre il 15 per cento sotto la spinta dei rialzi prepotenti di Fca e Ferrari, ma soprattutto la coralità del rimbalzo del settore bancario, da sempre il vero termometro dell’umore di Piazza Affari. La risoluzione delle spinose questioni delle banche venete e di Mps con l’importante sponda statale ha certamente contribuito in modo determinante a riportare in positivo il sentiment degli investitori sull’Italia. Parallelamente si sta progressivamente spegnendo la mina Npl.
Gli ultimi dati Bankitalia vedono il livello delle sofferenze sceso ai minimi a oltre tre anni. In aggiunta alle good news dalle banche, l’economia italiana finalmente sta facendo da propulsore e non da freno alle azioni con l’asticella per l’intero 2017 che si è gradualmente alzata e le ultime previsioni che vanno verso un possibile balzo dell’1,5% della crescita tricolore. Qualcuno storce però il naso guardando oltre con il 2018 che dovrebbe già evidenziare una minore forza propulsiva considerando anche il possibile effetto freno del Super Euro per un paese come l’Italia con l’export che ha un peso molto rilevante.