BAIL-IN, cosa cambia
A partire dal 1° gennaio 2016 ha inizio l’era del “bail-in”, ossia il salvataggio
dell’istituto in crisi dall’interno e non più con il “bail-out”, ovvero il salvataggio
dall’esterno tramite le casse pubbliche utilizzato fino ad oggi.
Ma la notizia non è una totale novità.
Da alcuni mesi, l’attenzione mediatica sul noto salvataggio delle quattro banche ha
portato agli onori della cronaca il tema del bail-in.
Sebbene l’auspicio fosse quello di introdurre un nuovo regime che doveva rimanere nella teoria per lungo tempo, in un rapido susseguirsi di eventi,
si è verificato il contrario:
– 16 novembre 2015, i decreti legislativi 180 e 181 implementano in Italia la direttiva
europea 2014/59/UE sul salvataggio bancario (“Bank Recovery and Resolution
Directive” o “BRRD”), che istituisce un regime armonizzato per la prevenzione
e gestione delle crisi delle banche e delle imprese di investimento. Le norme
sono subito applicabili tranne quelle relative al “bail-in”, la cui applicazione viene
posticipata al 1 gennaio 2016;
– 23 novembre 2015, il Governo approva il piano di salvataggio di quattro banche
italiane, dopo lunghe discussioni a livello europeo.
– 24 novembre 2015, CONSOB emette una comunicazione in cui sottolinea la
criticità delle innovazioni introdotte in materia di crisi bancaria e bail-in ed invita
gli intermediari finanziari a tenerne debito conto nello svolgimento della loro
attività di consulenza e vendita di strumenti finanziari, affinché gli investitori siano
adeguatamente informati e sia consentito l’acquisto solo se adatto al profilo
dell’investitore.
– 20 dicembre 2015, Banca d’Italia pubblica alcuni chiarimenti in merito al salvataggio
delle quattro banche nel contesto del nuovo regime sulla gestione delle crisi
bancarie.
– 29 dicembre 2015, ABI in collaborazione con dodici associazioni dei consumatori
pubblica una guida semplificata sul bailin.
Tuttavia, malgrado il precipitare degli eventi, la nuova disciplina è frutto di un
lungo e articolato percorso legislativo e politico cominciato nel 2008 come conseguenza
e reazione alla crisi, che ha visto un’ingente erosione delle casse statali
per risanare i conti di banche, spesso accusate di condotte troppo aggressive
e di privatizzare gli utili socializzando le perdite.
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