Petrolio giu’ con l’Iran senza nucleare
Chiusa almeno in parte la vicenda greca i mercati finanziari sembrano abbiano ripreso
una certa logica basata sugli effettivi sviluppi delle politiche economiche. In questo
senso il dollaro ha nuovamente ripreso posizioni nei confronti dell’euro, in previsione
dell’oramai quasi certo rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed nell’ultima
parte dell’anno, mentre sull’equity le Borse del Vecchio continente si sono riportate
sui massimi di periodo.
La ritrovata fiducia ha nuovamente messo sotto pressione le
quotazioni dei preziosi, con l’oro che si sta avvicinando inesorabile a quota 1000 dollari.
Altro asset di interesse è il petrolio che dopo aver provato per due mesi a sfondare
quota 60 dollari al barile è velocemente tornato verso i 50 dollari in scia all’accordo tra
USA e Iran sullo scottante tema del nucleare che potrebbe portare il Paese mediorientale
a tornare sul mercato con il proprio greggio, ovvero a una produzione giornaliera
vicina al milione di barili. Tuttavia come ribadito in più occasioni dagli operatori del
settore prezzi così bassi dell’oro nero mettono in difficoltà tutto il settore stimando un
livello congruo delle quotazioni tra i 65 egli 80 dollari.
Chi volesse diversifi care sul petrolio senza esporsi alla volatilità che lo contraddistingue
potrebbe valutare una delle ultime emissioni, in ordine temporale, di Banca IMI, ovvero
un Digital Quanto legato all’S&P GSCI Crude Oil ER che sta per chiudere la fase
di collocamento. Si tratta più in particolare di un certifi cato a capitale parzialmente protetto della durata di tre anni che riconosce il rendimento potenziale sotto forma di cedole annue.
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