Piazza Affari punta a nuove vette, ma potrebbe essere matura una correzione
Mai così bene negli ultimi due decenni.
Piazza Affari ha appena archiviato il miglior trimestre dal 1995 sull’onda dell’effetto del
QE e delle sempre più concrete attese di un rafforzamento della congiuntura economica.
L’oltre +20% da inizio anno del Ftse Mib è un biglietto da visita di tutto rispetto per la
restante parte dell’anno, con il sentiment del mercato che è decisamente pro azionario
europeo e la conferma di forti flussi da oltreoceano verso il Vecchio Continente. La propensione al rischio è decisamente elevata, con i rendimenti ai minimi storici per i titoli di Stato europei che invogliano ancora di più a puntare sull’equity.
Piazza Affari dovrà attendere ancora un mese per la vera prova del nove rappresentata
dalla lettura del Pil italiano relativo al primo trimestre che dovrebbe sancire il primo
segno più dopo 3 anni e mezzo senza crescita. E per la prima volta in molti anni il
Governo ha deciso di rivedere al rialzo le stime sul Pil con alcuni analisti che prevedono
un ritmo di crescita anche superiore all’1% già quest’anno. Il rischio è che una delusione
porti al ripetersi del copione dello scorso anno quando Piazza Affari mise a segno un
avvio d’anno sprint per poi spegnersi progressivamente all’unisono con le speranze di ripresa.
Quest’anno i presupposti economici appaiono più solidi tra QE, svalutazione euro (-11% contro il dollaro in un solo trimestre), mini-petrolio e potenziali effetti benefici
delle riforme del mercato del lavoro. Nel breve periodo una correzione dei mercati
potrebbe essere quasi fisiologica con all’orizzonte sempre le possibili fumate nere sul fronte Grecia.
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