Non solo QE, l’eurozona riduce il gap con gli USA
Bye-bye Wall Street. Gli investitori si mostrano sempre meno propensi a puntare
sulla Borsa di New York con l’avvicinarsi del giorno della prima stretta monetaria che
rappresenta il principale campanello d’allarme.
Storicamente l’avvio di una fase restrittiva sui tassi non è stato accolto bene
da Wall Street e anche questa volta difficilmente si arriverà al momento fatidico della prima stretta con gli indici statunitensi serenamente sui massimi.
L’aumento di volatilità è quindi da mettere in conto così come il riposizionamento degli investitori verso nuovi lidi. Il cambio di direzione dei flussi si è già avuto nei mesi scorsi con sempre più liquidità che si è riversata sull’Europa dove invece la fase di allentamento monetario è arrivata solo adesso a pieno regime con l’avvio del tanto sospirato quantitative easing in salsa europea.
Nell’ultimo mese hanno raggiunto livelli record gli afflussi dai mutual funds statunitensi verso l’equity europeo, in contrasto con i forti deflussi della seconda metà del 2014. Il miglioramento è diventato particolarmente evidente alla fine di gennaio, sostanzialmente in coincidenza con l’annuncio del QE e del rafforzamento dei dati macro europei.
Infatti sottotraccia continuano ad arrivare segnali abbastanza confortanti per l’economia europea che potrebbe sorprendere positivamente in questo 2015 come testimoniato dalle
revisioni al rialzo sulle prospettive dell’area euro in arrivo da più versanti.
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