Eurozona e Cina arrancano, ma nel 2015 si giocheranno il jolly Super-liquidità
Crescita al palo in Europa e gli indicatori anticipatori di novembre su manifattura e
servizi non hanno fatto intravedere alcun segnale di ripresa per l’ultimo spicchio di
2014. Problema crescita anche per la Cina che sale a ritmi inferiori rispetto al recente
passato.
E anche il Pmi manifatturiero cinese di novembre ha sorpreso in negativo.
Debolezza economica che non allerta gli investitori, anzi: lo Shanghai Composite ha
messo a segno un sonante +11% a novembre, migliore tra i principali indici azionari
mondiali, con il saldo da inizio anno che è salito a +34%; riscontri meno roboanti per
l’azionario europeo che comunque si è ridestato nelle ultime settimane sulla scia della
formale apertura di Draghi a un QE vero e proprio (che non ha trovato poi riscontro nel
meeting odierno che ha posticipato ogni decisione al 2015). Per non parlare poi del
magic moment dei bond dell’eurozona, in particolare quelli periferici, con i rendimenti
di ex brutti anatroccoli come Spagna e Italia scesi sotto la soglia del 2%.
Si conferma quindi che spesso la sola analisi dei fondamentali economici non permette di cogliere appieno le dinamiche di mercato.
In particolare il sempre più infl uente ruolo delle banche centrali infl uisce non poco sulle scelte d’investimento. E il prossimo anno proprio Eurozona e Cina potrebbero essere gli attori principali di questa “desincronizzazione” tra ciclo economico e quello monetario. La Bce e la People’s Bank of China sono attese entrare in scivolata con ulteriori misure di stimolo monetario nel corso del prossimo ano dopo che a novembre
Pechino ha già dato un primo segnale tagliando i tassi per la prima volta dal 2012.
Il 2015 dovrebbe inoltre godere degli effetti del vistoso calo dei prezzi del petrolio. Così come affermato dal numero uno del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, la crescita globale si gioverà degli effetti benefi ci del calo dei costi energetici per consumatori e imprese.
Tra i principali beneficiari saranno proprio realtà emergenti asiatiche quali Cina e India che sono degli importatori netti di petrolio. L’outlook 2015 di Société Générale ritiene che nel 2015 la liquidità alla fi ne avrà ancora la meglio rispetto ai fondamentali economici.