Veramente pronti a tutto contro la deflazione

editoriale

Banche centrali ancora una volta vera bussola dell’umore dei mercati. Se la Federal Reserve è riuscita nel difficile intento di archiviare il QE3 senza spaventare i mercati, a fine ottobre la vera sorpresa è arrivata da Estremo Oriente.

La Bank of Japan ha spiazzato tutti ampliando non poco il proprio piano di acquisti di asset con l’intenzione di espandere la base monetaria al ritmo di 80 trilioni di yen l’anno rispetto al range tra 60 e 70 trilioni di yen precedente. L’effetto su yen e Borsa di Tokyo è stato subito esplosivo, con il primo a picco e la seconda alle stelle. L’istituto guidato da Haruhiko Kuroda non ha voluto perdere tempo nel fronteggiare il perdurare maggiore del previsto dei contraccolpi negativi sulla crescita dell’aumento dell’Iva dal 5 all’8% partito lo scorso aprile. L’approccio ultra-espansivo del Giappone è frutto di un’esperienza decennale di convivenza con la deflazione che porta Kuroda a non vedere alcun limite alle possibili iniziative da adottare per sconfiggere la deflazione.

La parabola discendente dei prezzi al consumo, che rischia di acuirsi ulteriormente in virtù del tonfo delle quotazioni del petrolio,
è ormai il dilemma di tutte le principali banche centrali. Come creare inflazione?
I tentativi sono stati tanti: tassi ai minimi storici, liquidità in abbondanza (Quattro miliardi di dollari negli Stati Uniti, due miliardi di controvalore in dollari in Giappone e un miliardo di dollari la BCE), ma l’inflazione a riprendere vigore. “I prezzi salgono, ma non i prezzi giusti”, sottolinea Bill Gross, il guru dei bond fresco del cambio di casacca da Pimco a Janus Capital. “L’azione Alibaba il giorno del debutto è passata da 68 a 92 dollari nel primo minuto di scambi – rimarca Gross – ma i salari sono semplicemente fermi da anni. Una economia (quella finanziario) prospera mentre l’altra economia
(quella vera e propria) appassisce”. La ricetta proposta da Gross è azionare, oltre alla leva monetaria, anche quella fiscale con i governi che dovrebbero mettersi in prima linea spendendo di più senza badare al deficit.

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