Torna la voglia di oro, su prezzi influirà

Oro

Finito nel dimenticatoio dopo la pronunciata debolezza degli ultimi due anni, l’oro torna a
suscitare interesse in uno scenario dei mercati ancora fortemente ingarbugliato. Negli
scorsi mesi le tensioni geopolitiche su più fronti si sono mostrate un catalyst di secondo
livello non in grado di riaccendere i riflettori sul metallo giallo con invece la Fed a dettare
i tempi della discesa dei prezzi dell’oro. Ora lo scenario appare volgere al sereno per l’oro.

Se solo un mese fa la prospettiva di un rialzo dei tassi oltreoceano risultava alquanto
vicina alla luce dell’exploit dell’economia a stelle e strisce, ora tale certezze si sono
progressivamente diradate complice un contesto più cupo fuori dai confi ni statunitensi e
un dollaro eccessivamente forte mal digerito da Washington. Adesso, anche con il QE3 al
termine, lo spauracchio di una stretta della banca centrale Usa è meno pressante e l’oro
non può che giovarsene anche alla luce della frenata del biglietto verde. Inevitabilmente
gli Stati Uniti subiranno in qualche modo il contraccolpo della debolezza della congiuntura
globale visto ad esempio che il 50% circa degli utili delle compagnie dell’S&P500 arrivano fuori dai confi ni statunitensi. Inoltre
la marcata discesa dei prezzi del petrolio va a aumentare le pressioni ribassiste sull’inflazione che la Fed non mancherà di monitorare attentamente prima di prendere qualsiasi decisione sui tassi.

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