EXPRESS OLIMPICO
Segue a vista il Russian Depositary Index per la tenuta del triplo minimo a 1245 punti. Ecco i motivi per tornare a guardare con interesse al mercato russo
Mentre a Sochi sono in corso le Olimpiadi invernali più calde della storia, per il clima primaverile e per le tante polemiche che hanno fatto da sfondo, la Russia di Putin sta cercando di uscire da una crisi economica che ha fatto scivolare il Prodotto Interno Lordo nel 2013 all’1,3%, meno di un terzo del dato del 2010, e che rischia di far cadere il Paese in recessione, evento ritenuto probabile da poco più di un analista su tre tra quelli interpellati da Bloomberg in occasione dell’ultimo sondaggio realizzato a fine gennaio. Specchio della scarsa attività produttiva e del debole appeal internazionale è l’indice Micex, ponderato per la capitalizzazione dei 50 titoli più liquidi della Borsa valori di Mosca, che nonostante l’andamento sempre sostenuto del petrolio ha chiuso il 2013 in territorio solo frazionalmente positivo, ignorando il buon andamento dei mercati azionari globali. Peggio ha fatto l’indice russo su cui gli investitori europei possono investire attraverso i prodotti strutturati e gli Etf, ossia il Russian Depositary Index, un paniere ponderato per capitalizzazione delle 15 ricevute di deposito di aziende russe più liquide scambiate sulla Borsa di Londra. L’indice, calcolato e gestito dalla Borsa di Vienna in dollari o in euro, in quest’ultima versione segna un andamento negativo di oltre il 12% rispetto ai valori di febbraio del 2013 e solamente nelle ultime settimane è riuscito ad allontanarsi dai minimi toccati lo scorso giugno in area 1240 punti. Un’opportunità per investire sul mercato russo, senza che a questo venga richiesto di innescare un marcato recupero, è fornita sul Cert-X da Deutsche Bank, con la quotazione di un certificato Express dal profilo di rischio rendimento assai allettante anche in assenza di buone prospettive sul sottostante. Più nel dettaglio, il certificato è stato emesso il 29 giugno 2012 allorché l’indice RDX Eur quotava 1306,07 punti, un livello da cui l’emittente ha calcolato alla sua esatta metà il posizionamento di una barriera terminale, determinante per la buona riuscita dell’investimento alla scadenza dei tre anni. Alla data del 29 giugno 2015, infatti, sarà sufficiente la tenuta dei 653,035 punti per consentire il rimborso dei 100 euro nominali maggiorati della somma di tre coupon annuali del 5,95% ciascuno, per un ammontare complessivo di 117,85 euro. Solamente una rilevazione a scadenza dell’indice RDX inferiore alla barriera farà invece scattare il rimborso “a benchmark”, con un importo che verrà calcolato in funzione dell’effettivo andamento del sottostante a partire dallo strike iniziale ( i.e. un ribasso complessivo del 60% produrrà un rimborso di 40 euro rispetto ai 100 nominali).
Prima di giungere alla scadenza naturale, tuttavia, il certificato potrebbe soddisfare la condizione richiesta per permetterne l’estinzione anticipata, mettendo fine anzitempo all’investimento con una liquidazione automatica di un importo di 111,90 euro. Per far si che si verifichi tale scenario sarà necessario che il 30 giugno prossimo il valore di chiusura dell’indice russo risulti non inferiore ai 1306,07 punti, uno scenario tutt’altro che improbabile se si tiene conto che ad inizio settimana questo veniva scambiato in area 1300 punti. Da qui l’analisi del certificato che fa emergere una doppia opportunità: la prima in ottica di rimborso anticipato, che darebbe rispetto ai 108,70 euro a cui il market maker lo propone in vendita sul Cert-X una plusvalenza del 2,94% in circa 4 mesi; la seconda in previsione della scadenza, per un potenziale rendimento dell’8,41% da conseguire a patto che l’indice russo non perda più della metà del proprio valore attuale.