LEVA FISSA SU BUND E BTP
Dopo aver fatto una capatina sui 230 punti base, per il clima di distensione politica instauratosi grazie all’anticiclone Alfano che ha permesso al governo di larghe intese di mettersi al riparo dai rischi di caduta provocati dalla tempesta berlusconiana, lo spread di rendimento tra BTP e Bund si è attestato nelle ultime ore a ridosso dei 245 bp, in netto ribasso dai 351 bp di fine marzo. Una boccata di ossigeno per le casse malridotte dello Stato, che tuttavia non rende correttamente la misura del risparmio ottenuto in termini di interessi pagati. Infatti, mentre il differenziale tra i Titoli di Stato dei due Paesi ha subito una contrazione di circa 120 bp dai massimi della primavera ai recenti minimi, il rendimento del BTP è calato solo dello 0,64%, ossia di poco più della metà. La differenza è quindi frutto di un incremento del rendimento del Bund, in linea con l’andamento di tutte le curve low yield, che porta pertanto a porsi un interrogativo su quale risultato si sarebbe ottenuto impostando un’operatività in spread costituita da una posizione lunga sul BTP Future e una corta sul Bund, piuttosto che unidirezionale su ciascuno dei due contratti. Per operare con i certificati sui due contratti future, da qualche giorno sono in quotazione sul Sedex quattro nuovi Faktor targati Deutsche Bank, che vanno così ad arricchire il già vasto ventaglio di sottostanti su cui il segmento dei certificati a leva fissa permette di investire in maniera semplice. Inediti per il mercato italiano, i quattro Faktor sono protagonisti di questo numero del Certificate Journal, che non manca tuttavia di dedicare spazio alla dèbacle di STMicroelectronics, arrestatasi nel suo affondo a ridosso di un importante supporto statico, e alle novità più interessanti del momento, tra cui gli Athena di BNP Paribas su indici analizzati nel Punto Tecnico e un Accelerator di Banca IMI sul titolo Enel, in collocamento fino a fine mese.