DB PROMOSSA A PIENI VOTI
L’austerity aziendale di Deutsche Bank promossa a pieni voti. Come sfruttare il consensus positivo sul titolo della banca d’investimento teutonica.
Attesa e inaspettata la trimestrale di Deutsche Bank. Con un giorno di anticipo sul programma e con un incremento dell’utile pari al 18%, la banca d’investimento teutonica ha chiuso il mese di aprile in netto rialzo, a 34,9 euro, dopo aver toccato un massimo a 35,70 euro. La politica di rigore adottata dai due CEO dell’istituto di credito vale così non solo la chiusura del gap di metà marzo tra i 34,77 e i 33,64 euro, ma anche la rottura della resistenza posta sui 34,9 euro, oltre la quale si apre la possibilità di un allungo fino ai 37,23 euro toccati intraday a fine febbraio.
Il mix tra tagli di spesa e personale, equivalente ad una riduzione dell’organico pari al 3% nell’ultimo anno, nonché la dismissione degli asset più rischiosi ad unità operative esterne al gruppo hanno infatti permesso di “liberare” dai requisiti patrimoniali un flusso di capitale equivalente a 8 miliardi di euro secondo quanto stimato dagli analisti, mentre l’EPS a 1,787 euro sorprende il consensus che si attendeva 1,3767 euro. Poco importa quindi che i lodevoli risultati economici siano stati accompagnati dall’annuncio di un aumento di capitale pari a 3,7 miliardi di euro per allinearsi ai requisiti patrimoniali richiesti da Basilea III e dalla Federal Reserve per le unità operative negli Stati Uniti. Se in generale gli investitori, intimoriti da una diluizione del valore del titolo possono essere stati indotti a disfarsene prima dell’annuncio, l’ottimismo infuso dall’obiettivo di solidità finanziaria perseguito dal leader teutonico e l’apertura all’aumento di capitale unicamente agli investitori istituzionali ha fatto da contraltare, sortendo l’effetto contrario. Tenuto conto di un target price obiettivo di 38,68 euro da parte degli analisti, come sfruttare il buon momentum di Deutsche Bank? Per i più propensi al rischio, l’acquisto diretto del sottostante, tenuto conto di uno stacco del dividendo di 0,75 euro il prossimo 24 maggio rappresenta la scelta più immediata. Per chi volesse però diversificare in termini di rischio, la prospettiva di una riduzione della volatilità implicita e la breve durata residua potrebbero rendere particolarmente interessante il Bonus Cap targato BNP Paribas scritto sul titolo della banca tedesca, identificato da codice Isin NL0010070074.
Rilevato uno strike a 37,23 euro e fissata la barriera al rispettivo 75%, equivalente a 27,9225 euro, alla scadenza del prossimo 20 dicembre il certificato rimborserà 110 euro ogni 100 di nominale qualora il prezzo della stock bancaria non sia mai sceso al di sotto della soglia knock out. In tal caso, la perdita automatica della componente opzionaria aggiuntiva allineerà il pricing del Bonus Cap al suo valore benchmark con un rimborso a scadenza pari alla replica effettiva della performance del sottostante, tenuto conto di un importo massimo pari a 110 euro, ovvero un livello del titolo di 40,953 euro.
Descritto brevemente il funzionamento del certificato, passiamo all’operatività. Esposto sul book del Sedex ad un prezzo lettera di 99,85 euro, l’acquisto lascia spazio ad un upside complessivo pari al 10,16% nei prossimi sette mesi mentre, tenuto conto della perdita attesa dovuta ai dividendi, il margine di ribasso sopportabile di cui gode il titolo è pari a circa 19,5 punti percentuali. Tuttavia, anche prima della scadenza sarà possibile beneficiare tanto di un rialzo del sottostante, quanto di un ulteriore raffreddamento della volatilità implicita. Come è possibile osservare dai due grafici, in caso di moderato rialzo del sottostante verso il valore target degli analisti, una volatilità implicita in discesa permetterà non solo di ottenere una performance superiore a quella del sottostante ma anche di sovraperformare la medesima struttura opzionale in un ambiente più volatile. Incrementi sostenuti invece saranno frenati dalla presenza del cap implicito al rimborso massimo.