ITALIA SI, ITALIA NO
L’Italia chiamata al voto rivela tutta la sua fragilità e gli investitori scappano da Piazza Affari. Il Bonus Cap a barriera 12000 di BNP Paribas torna a far parlare di sé.
Elezioni 2013, nessun vincitore ma tanti sconfitti, tanti quanti gli italiani che si sono presentati ai seggi o che per scelta hanno disertato le urne. Questo è il quadro all’indomani della tornata elettorale, che ha disegnato un paese equamente diviso tra i quattro schieramenti, quello degli astenuti incluso. L’ingovernabilità al Senato, in un primo momento scongiurata secondo gli instant poll, ha fatto schizzare in alto lo spread e affondato Piazza Affari, provocando un’escursione di oltre dieci punti percentuali tra i massimi raggiunti a pochi minuti dalla diffusione delle prime intenzioni di voto e i minimi toccati con l’apertura shock di martedì. Al termine della prima seduta post elettorale, il FTSE Mib ha così lasciato sul terreno il 4,89%, chiudendo a 15552 punti, il livello più basso da dicembre. Mentre lo spread Bund-BTP continua a fare da termometro all’incertezza degli investitori, la titubanza del mercato lascia spazio nel panorama dei certificati ad interessanti opportunità di medio termine a rischio contenuto. A giocare un ruolo fondamentale è la volatilità che può essere sfruttata in attesa che gli operatori riescano ad individuare le linee politiche che il paese intraprenderà dopo questa confusa tornata elettorale.
Un aiuto lo possono dare i certificati dotati di opzioni barriera il cui valore è inversamente correlato alla volatilità, come i Bonus, ovvero quelle strutture che garantiscono alla scadenza un premio minimo sul nominale anche in caso di ribasso del sottostante rispetto al livello iniziale. Unica condizione la tenuta della barriera. Ne consegue che lungo la durata residua del certificato, il prodotto strutturato potrà subire variazioni di valori correlate solo parzialmente alla performance effettiva dell’indice non intaccando tuttavia la possibilità di ottenere un profitto a scadenza il cui importo è già conoscibile ex ante.
A questo proposito questa settimana riportiamo l’attenzione su uno di quei Bonus Cap scritti sull’indice FTSE Mib dalla barriera profonda, che avevano perso appeal durante la cavalcata dell’indice dai minimi della scorsa estate ai 18000 punti sfiorati qualche settimana fa. Si tratta del Bonus Cap, targato BNP Paribas, scambiato sul Sedex di Borsa Italiana con il codice Isin NL0009525815. Rilevato uno strike a 18450,45 punti, alla scadenza del prossimo 19 luglio, rimborserà un importo fisso pari a 115 euro se il valore di chiusura dell’indice sottostante non avrà mai toccato la barriera posta a 11992,793 punti, ovvero al 65 % del livello iniziale. In caso contrario il certificato perderà automaticamente la componente opzionale aggiuntiva allineandosi al proprio valore benchmark. Alla scadenza tuttavia, posto un cap ai rendimenti pari a21218,018 intermini di punti indice, il rimborso massimo non potrà comunque superare i 115 euro.
A fronte di un valore dell’indice rilevato nella giornata del 26 c.m. a 15674 punti, il certificato era esposto in lettera a 106,10 euro. Tenuto conto di una perdita attesa pari a 436,63 punti, dovuta ai dividendi che staccherà l’indice lungo la durata residua, il margine sulla barriera è quantificabile al 21,23%, per un rendimento potenziale ottenibile pari all’8,4%. Dato il nervosismo che caratterizza il sottostante soprattutto nelle fasi più acute d’incertezza, come dimostrato dalla violenta escursione tra i massimi e i minimi nelle ore successive alla diffusione dei risultati elettorali, il buffer potrebbe risultare contenuto per poter definire l’investimento a basso rischio. Va tuttavia considerato che il livello barriera si posiziona al di sotto di quella che viene definita linea Maginot sul grafico del FTSE Mib, ovvero a un livello inferiore ai 12362,51 punti che rappresentano il minimo storico toccato dall’indice lo scorso luglio. Da un punto di vista tecnico, il FTSE Mib su time frame giornaliero mostra un duplice supporto statico nell’area compresa tra i 14900 e 15100 punti mentre in estensione, il livello dei 14500 punti rappresenta l’ultimo ritracciamento utile di Fibonacci dell’intero movimento rialzista che ha condotto l’indice dai minimi estivi ai massimi di fine gennaio.