ATLANTIA RIEMPIE LE CASSE
Atlantia lancia una nuova tasso fisso scadenza 2018. Collocamento concluso con un boom di richieste
Tra le novità della settimana sul fronte obbligazionario corporate, discreto interesse è stato suscitato dalla nuova emissione a tasso fisso targata Atlantia. Il periodo di collocamento inizialmente previsto fino al 7 dicembre per un ammontare complessivo pari a 750 milioni di euro, vista la consistente richiesta, pari a oltre 2 miliardi, è stato chiuso anticipatamente nella giornata del 23 novembre scorso con l’importo massimo che è stato così aumentato a un miliardo di euro.
Il nuovo bond retail, la cui scadenza è fissata per il 2018, secondo le condizioni definitive comunicate nella giornata di martedì 27 novembre, riconoscerà un rendimento del 3,073% in virtù di un tasso di interesse nominale annuo lordo pari al 3,625% rispetto ad un prezzo di emissione pari al 99,59% del valore nominale.
I proventi saranno destinati a finalità di gestione operativa generale del gruppo: in particolare, la società prevede che le risorse finanziarie derivanti dall’emissione del bond siano destinate ad Autostrade per l’Italia, a titolo di finanziamento infragruppo, per consentire a quest’ultima di far fronte al proprio fabbisogno finanziario e di costituirsi una provvista finanziaria per sostenere investimenti futuri. Atlantia non esclude, di utilizzare i proventi raccolti o parte di essi per ripagare una parte del debito in essere. A tal proposito, interessante far riferimento al grafico della distribuzione del debito dell’emittente che presenta ad oggi su una media di 82 emissioni totali, una cedola fissa media ponderata del 4,96% a fronte di una scadenza media ponderata del debito pari a 5,62 anni, quindi con un benchmark in linea con la scadenza del nuovo bond in emissione.
Entrando ora nello specifico della nuova tasso fisso Atlantia TF 2012-2018 (Isin IT0004869985), come detto in precedenza il tasso di indicizzazione rilevato è stata calcolato, come dai termini dell’offerta, rispetto al midswap a 6 anni maggiorato di uno spread non inferiore al 2,6%. Guardando al grafico del tasso midswap a 6 anni, è doveroso sottolineare come i correnti livelli siano sostanzialmente a contatto con i minimi storici raggiunti poche sedute fa a 1,023%.
Come di consueto, cerchiamo ora di inquadrare i rendimenti in base all’attuale contesto di mercato. In prima analisi, è necessario misurare il rischio e per questo, anche al fine di comparare emissioni ed emittenti differenti, è necessario effettuare un quadro sui CDS dei relativi issuer. Nel grafico presente in pagina, infatti, si sono messi a confronto i livelli dei relativi Credit Default Swap a 5 anni degli emittenti particolarmente attivi sul fronte retail, inquadrandoli con diversi benchmark, due settoriali (Europe Utilities e Europe Financial) e il CDS legato al debito sovrano italiano.
Se ne evince come Atlantia, oggi caratterizzata da un CDS pari a 243,71 punti base, in linea con lo spread pagato sul midswap per questa emissione a tasso fisso (260 bp), risulti avere un livello di rischio percepito dal mercato in linea sia con ENEL (238 bp), con il contratto sul titolo di debito italiano (264 bp) che con Mediobanca (285 bp), tutte accomunate peraltro dal medesimo rating (BBB+ secondo S&P’s).
Sul fronte rendimenti, invece, analizzando i bond sul secondario degli emittenti in oggetto, il nuovo bond targato Atlantia remunera qualcosa in meno, in media circa 35/40 punti base, mentre risulta allineato al rendimento offerto da un BTP di medesima scadenza, sebbene sia penalizzato dal punto di vista fiscale.