PROTEZIONE SUL JET CAP

Pochi emittenti nel 2012 hanno proposto certificati di tipo Outperformance. BNP Paribas rilancia la sfida, aggiungendo alla struttura Jet Cap una protezione condizionata.

 Questione di timing. Benché i certificati siano arricchiti da una componente opzionale che aiuta ad ammortizzare i rischi di un investimento azionario puro, è innegabile che buona parte della loro fortuna dipenda anche dal momento in cui viene fissato lo strike. Se questi poi prevedono una spiccata direzionalità, come quelli per cui è prevista l’applicazione di una leva, il timing diventa fondamentale, come dimostra il bilancio tutt’altro che positivo riportato dalla serie di Jet Cap targati BNP Paribas, scaduti lo scorso dicembre. Emessi a marzo 2011 con l’intento di cavalcare la sperata prosecuzione di quel rally azionario cominciato a inizio anno, gli Outperformance della banca francese sono stati invece investiti per intero dalla profonda correzione di mercato che ha riportato i listini in direzione dei minimi 2009, concludendo il proprio cammino con una perdita media del 29,16%.  Ad un anno e mezzo di distanza l’emittente ci riprova, aggiungendo tuttavia alla classica struttura Outperformance una protezione condizionata del capitale a scadenza. I nuovi certificati, chiamati Jet Cap Protection consentono così di replicare in leva l’eventuale rialzo del sottostante fino al livello Cap garantendo tuttavia a scadenza il rimborso dei 100 euro di nominale per valori del sottostante non inferiori al livello barriera.  Per comprendere meglio come funzionano questi nuovi 7 Jet Cap Protection, di cui5 inquotazione sul Sedex dallo scorso 2 ottobre, prendiamo lo strumento scritto su Intesa San Paolo, codice Isin NL0010069191.  Rilevato uno strike a 1,261 euro lo scorso 5 settembre, la barriera è stata fissata al rispettivo 70%, equivalente a 0,8827 euro mentre il rimborso massimo a 139 euro, a fronte di una partecipazione al rialzo pari al 300%.  In virtù delle caratteristiche elencate, alla scadenza del 28 marzo 2014 si osservano differenti scenari a seconda del valore del sottostante. Qualora Intesa San Paolo rilevi un prezzo di chiusura inferiore alla soglia knock out, il rimborso del Jet Cap Protection replicherà linearmente la variazione complessiva del sottostante. Per valori compresi tra il livello barriera e lo strike sarà riconosciuto l’intero nominale, mentre per fixing superiori al prezzo d’esercizio l’importo pagato sarà equivalente a tre volte il rialzo effettivo messo a segno dalla stock bancaria. Ne consegue che un incremento complessivo del sottostante pari al 5% determinerà un rimborso di 115 euro, mentre un progresso del 10% corrisponderà a un profitto del 30% sul valore nominale del certificato. Tuttavia in virtù del Cap ai rendimenti posto al 39% e della leva 3 che caratterizza il certificato, la partecipazione up sarà di fatto bloccata ad un rialzo d’Intesa San Paolo pari al 13%, equivalente appunto ad un rimborso di 139 euro.  Descritto il funzionamento passiamo ad osservare il comportamento del certificato a pochi giorni dall’ingresso al Sedex. In data 5 ottobre, a fronte di un valore spot di Intesa San Paolo pari a 1,284 euro, in rialzo dell’1,82% dallo strike, il certificato quotava a 101,05 euro.  Lo sconto pari al 4,38% sul rimborso teorico di 105,47 euro era tuttavia solo relativo. Infatti, c’è da tenere in considerazione prima di tutto la perdita attesa dovuta ai dividendi, pari a 0,05 euro secondo dati Bloomberg nonché la forte volatilità che caratterizza il sottostante, pari a circa il 60% negli ultimi tre mesi.  Benché l’orizzonte temporale non sia di lungo termine, in virtù del nervosismo che caratterizza le quotazioni della stock bancaria e del Cap al 13%, il pricing del Jet Cap Protection si mostrerà poco reattivo ad eventuali strappi di breve termine del sottostante.  D’altra parte in virtù della protezione e di una partecipazione unicamente lineare in caso di ribasso, tale strumento si mostra ideale per un investimento di medio termine volto ad ottenere un buon payoff a fronte di un rialzo complessivo modesto, evitando le forti escursioni di breve termine che caratterizzano i sottostanti scelti da BNP Paribas per la nuova emissione.