UN BONUS CHE FA PARLARE DI SE’
Upside e rischio non sono le uniche variabili a cui guardare quando si sceglie un certificato. Spread e volumi possono fare la differenza sul secondario
Ai certificati di investimento è da sempre riconosciuta la capacità di diversificazione, non solo in termini di sottostante, ma anche sotto il profilo delle opzioni offerte che permettono di spostare l’asticella del profilo di rischio rendimento in base alle esigenze. Questo vale in fase di emissione, ma ancor più quando il certificato è già in quotazione sul secondario, dove un pricing solo parzialmente correlato a quello del sottostante, che varia in funzione delle variabili di mercato come volatilità e durata residua, fa evolvere il fair value creando talvolta opportunità perfino più interessanti di quelle prospettate inizialmente. L’acquisto sul mercato secondario tuttavia deve indurre l’investitore a preoccuparsi di analizzare altri parametri, in particolare quando l’orizzonte temporale che si intende dedicare è di breve termine: lo spread denaro lettera, la continuità del market making e i volumi di negoziazione.
Per discutere di questi temi riguardanti l’opportunità di fare trading con i certificati di investimento, sul forum di Finanzaonline è recentemente stata pubblicata una discussione che ha per oggetto un certificato tra i più trattati dai trader che operano intraday. Prendendo spunto da questo thread, vediamo quindi di quale strumento si tratta, a beneficio di quanti vogliano ricercare all’interno del segmento investment delle soluzioni di “trading stretto”. Il prodotto in questione è un Bonus Cap scritto sull’Eurostoxx 50 targato Deutsche Bank con scadenza fissata per il 13 ottobre 2014. Rilevato uno strike a 2732,9 punti e fissata una barriera a 1366,45 punti, equivalente al 50% del valore iniziale, il certificato riconoscerà alla data finale un Bonus di 125 euro qualora il prezzo di chiusura del sottostante non abbia mai toccato la soglia invalidante, pena la perdita della componente opzionale accessoria e l’allineamento della quotazione a quella benchmark implicita. Alla scadenza tuttavia, qualora il fixing dell’indice fosse superiore ai 3416,125 punti, a cui è fissato il livello Bonus, il rimborso replicherà linearmente la performance complessiva dell’Eurostoxx 50 fino a un tetto massimo di 140 euro, equivalente a 3826,06 punti. Ipotizzando l’acquisto del certificato al prezzo lettera a cui è stato esposto nella mattinata del 24 settembre pari a 109,40 euro, a fronte di un valore del sottostante pari a 2577,08 punti, il rimborso a scadenza di 140 euro determinerebbe una yield to maturity del 14,26% al lordo di commissioni e oneri fiscali ( da segnalare positivamente l’opportunità di compensazione delle minusvalenze pregresse). Tenendo conto di una stima fino a scadenza di 225 punti dividendo, considerabili come una perdita attesa per il possessore di certificati, il margine dalla barriera risulta pari al 42% rispetto al valore spot dell’indice, mentre il range entro il quale la performance complessiva del certificato è superiore a quella dell’indice è compreso tra un ribasso che non vada a violare questa soglia e un rialzo contenuto entro il 6%. Su base annuale il rendimento risulta tuttavia contenuto al 7%, un upside modesto tenuto conto della durata dell’investimento ma che non può prescindere dal grado di protezione, seppur condizionata, offerto dalla profondità della barriera.
Il motivo per cui il certificato ha fatto parlare di sé è però un altro, come già accennato, e riguarda la duttilità in ottica di trading intraday. Approfittando di una politica di market making aggressiva, che porta il bid-ask spread al tick minimo, ovvero allo 0,05%, i trader hanno infatti individuato nel Bonus Cap di Deutsche Bank una valida opportunità per sfruttare anche i più piccoli movimenti dell’Eurostoxx 50 all’interno della stessa giornata. Un tipo di operatività che richiede una certa propensione al trading dinamico che tuttavia deve tenere conto anche della reattività della struttura ai movimenti dell’indice. A parità di condizioni, come possibile osservare dal grafico della extraperformance del certificato rispetto al sottostante, la lunga durata residua gioca un ruolo chiave facendo assumere al Bonus Cap un profilo di brevissimo termine più difensivo che aggressivo. Lo scenario a una settimana e un mese mostra come strappi superiori al rialzo del 3% (prima settimana) e 5% (primo mese) non saranno seguiti da pari apprezzamenti del certificato che invece manterrà un profilo migliore per pari scadenze con variazioni più contenute dal limite inferiore pari al -8% (prima settimana) e al – 16% (primo mese). La struttura difensiva è, infatti, garantita dalla profondità della barriera che, da inizio quotazioni, ha permesso al Bonus Cap di ottenere un apprezzamento complessivo di oltre il 7% a fronte di circa il -10% del sottostante.