CALENDARIO DEI CERTIFICATI 2012 ALLO SCRUTINIO
Giro di boa per i protagonisti del calendario dei certificati 2012. Promossi a pieni voti i primi sei, si guarda alle prossime scadenze.
GENNAIO: QUESTIONE DI TIMING
Timing a dir poco azzeccato quello del Bonus Cap su Enel di BNP Paribas (NL0009329002), certificato di gennaio. Con scadenza il giorno 31 e rilevato lo strike a 3,995 euro, il certificato avrebbe rimborsato un importo di 110 euro se Enel non avesse mai violato la barriera posta a 2,797 euro e a scadenza non avesse superato i 4,395 euro. Per valori superiori al livello Bonus avrebbe invece replicato la performance del sottostante fino ad un rimborso massimo pari a 120 euro, corrispondenti ad un valore di Enel pari a 4,794 euro. In virtù di una rilevazione finale a 3,116 euro , il certificato si è quindi estinto con un rimborso pari a 110 euro, riconoscendo così, a chi lo avesse acquistato al prezzo lettera di 106,5 euro segnalato in sede di presentazione del calendario 2012 dei certificati ( Certificate Journal numero 259), un rendimento del 3,33% in circa 20 giorni, equivalente ad un rendimento annuo del 59,94%. Sarebbe tuttavia bastata una scadenza posticipata di pochi mesi per cadere nella trappola tesa da Enel, che dopo aver violato la soglia di 2,80 euro è scivolata fino al minimo di 2,298 euro.
FEBBRAIO: OBIETTIVO FACILE
Obiettivo apparentemente facile per il Bonus Cap di BNP Paribas scritto sul FTSE Mib (NL0009420959), appuntamento di febbraio con il calendario. Il certificato dell’emittente francese avrebbe riconosciuto un importo massimo pari a 110 euro se il prezzo di chiusura del sottostante non avesse mai violato i 10651,49 punti di livello barriera, corrispondenti al 50% del valore strike, rilevato il 5 agosto2010 a21302,97 punti. Alla scadenza fissata per il 10 febbraio, anche data di valutazione finale per il riconoscimento dell’importo Bonus, in virtù di un prezzo di chiusura pari a 16361 punti, il Bonus Cap ha centrato l’obiettivo, con un margine dalla soglia invalidante di circa il 35%. Segnalato come certificato del mese di febbraio in data 11 gennaio, con un valore spot del FTSE Mib a 14916,40 punti, in pieno recupero dai minimi di periodo toccati il 9 del mese, il certificato era esposto ad un prezzo lettera di 109,05 euro. Il profitto complessivo dello 0,87% è stato quindi un obiettivo facile da raggiungere per il Bonus Cap, in virtù non solo del già ampio margine da barriera ad un mese, pari al 28,59%, ma anche della rincorsa messa a segno dall’indice.
MARZO: MESE D’ORO…NERO
La flessione dei petroliferi degli ultimi mesi non ha intaccato la brillante performance dell’Oil Booster di Societe Generale scritto sull’S&P GSCI Crude Oil Er Sub Index (DE00SG0P9D1), certificato del mese di marzo. Rilevato un valore iniziale del sottostante pari a 432,414 punti il 19 marzo 2009, il rimborso alla scadenza prevista per il triennio successivo avrebbe replicato la performance complessiva dell’indice di riferimento con una partecipazione pari al 130% fino ad un cap posto a 648,62 punti indice. In caso di ribasso, sarebbe comunque stata garantita la protezione del capitale fino ad una soglia posta a 216,207 punti, al di sotto della quale la performance del sottostante sarebbe stata linearmente replicata dal certificato. In virtù del rialzo dell’S&P GSCI Crude Oil Er Sub Index dalla rilevazione iniziale, per una performance complessiva del 34,88% a fronte dei 583,2508 punti della data di valutazione finale fissata al 12 marzo, grazie ad una partecipazione in leva, l’Oil Booster si è estinto con il rimborso di 145,34 euro per certificato. Rispetto alla segnalazione dell’11 gennaio, con un indice a 556,508 punti, ed un prezzo lettera del certificato pari a 137,05 euro, il rendimento lordo a due mesi sul certificato è stato del 6,048%, a fronte di un recupero dell’indice pari al 4,8%.
APRILE: LA VOLATILITA’ PREMIA ALETTI
Performance brillante quella del Bonus di Aletti scritto sul FTSE Mib (IT0004481831), bersaglio centrato di aprile. Con scadenza il giorno 30 del mese, il certificato ha infatti rimborsato 125 euro ogni 100 di nominale, determinando rispetto al prezzo lettera rilevato in data 11 gennaio di 112,40 euro, un rendimento lordo complessivo dell’11,21%, pari ad un 36,69% su base annua. Emesso il 30 aprile 2009, il Bonus di Aletti, rilevato uno strike a 19098 punti, avrebbe riconosciuto alla scadenza del 30 aprile 2012 un importo minimo di 125 euro qualora il FTSE Mib non avesse mai chiuso ad un valore pari o inferiore alla barriera posta a 11458 punti, la cui rottura avrebbe determinato la perdita dell’opzione Bonus. Per valori superiori al livello Bonus invece, sarebbe stata riconosciuta integralmente la perfomance complessiva dell’indice sottostante. A fronte di un margine di oltre il 23% rispetto ai 14916,40 punti a cui era scambiato il FTSE Mib alla data di segnalazione del certificato, la volatilità implicita sul sottostante ha agito da freno all’apprezzamento dello strutturato. In virtù di una chiusura a 14778,9 punti, dopo aver toccato un minimo a 13849,55, il sottostante si è tuttavia sempre tenuto ad una buona distanza di sicurezza dalla soglia knock out.
MAGGIO: RITORNO AI NASTRI DI PARTENZA
Bicchiere mezzo vuoto per il Reverse Express di Deutsche Bank (DE000DB7LPB1) scritto sul cross valutario Euro / Real brasiliano. Il certificato del mese di maggio infatti, dopo aver estinto tutte le opzioni di rimborso anticipato, ha mancato l’evento trigger anche all’ultimo appuntamento. Con scadenza fissata per il 5 del mese, il Reverse Express avrebbe rimborsato 120 euro ogni 100 di nominale qualora il fixing ufficiale alla valutazione finale del 30 aprile fosse stato pari o inferiore a 2,307 real per euro. Per valori superiori alla soglia trigger ma non alla barriera up, posta a 3,57 sarebbe stato garantito il rimborso del solo nominale. La violazione della soglia knock out, avrebbe invece determinato una perdita sul nominale pari all’apprezzamento complessivo del cross valutario. Dopo essersi mosso al di sotto dei 2,30 fino a inizio marzo, il cross ha subito un rapido apprezzamento schizzando in poche settimane oltre la soglia dei 2,50, con un massimo proprio al 30 aprile a 2,5047. In virtù di tale rilevazione finale il Reverse Express ha rimborsato unicamente il nominale, determinando una perdita rispetto al prezzo lettera di 105,40 euro segnalato l’11 gennaio, del 5,12%, a fronte di un deprezzamento del real brasiliano dell’8,55%.
GIUGNO: DA PECHINO 2008 A LONDRA 2012
A dispetto della crisi dei listini azionari, l’Equity Protection Cap di BNP Paribas (NL0006295412) ispirato alle Olimpiadi di Pechino 2008, si avvia alla scadenza con un rimborso atteso pari all’importo massimo. Emesso nel giugno di quattro anni fa, il certificato ha come sottostante un paniere composto dagli sponsor ufficiali dei giochi olimpici tenuti quell’anno in Cina ( Adidas, Coca cola, Budweiser, Johnson&Johnson, McDonald’s, Kodak e Ups) a cui si aggiungono altri marchi per i quali le Olimpiadi rappresentano un’importante voce stagionale di ricavi ( Nike, Air France-Klm, Lufthansa e Starbucks). Ciascuno degli undici titoli è entrato all’interno del paniere con un peso pari al 9,09%. Il certificato gode inoltre dell’opzione Quanto, che permette di neutralizzare la performance del basket dal rischio cambio. Benché dai valori di quattro anni fa Kodak si sia praticamente azzerata, ed entrambe le compagnie aree presenti siano in forte calo, il notevole apprezzamento messo a segno da altre componenti, in primis quello a tripla cifra di Starbucks ( +242%), ma anche di Nike (+76%) o McDonald’s (+54%), ha consentito al paniere di attestarsi in territorio positivo. Rispetto ai valori fotografati al 5 giugno, il basket osserva infatti un apprezzamento complessivo superiore al 30%, determinando così un rimborso teorico del certificato, alla scadenza fissata il 29 giugno 2012, prossimo al Cap di 131 euro. Per chi avesse acquistato il certificato alla segnalazione dell’11 gennaio ad un prezzo lettera di 125 euro, la vendita sul denaro esposto dal market maker pari a 129,77 euro, sfocerebbe in un rendimento lordo a sei mesi di circa il 3,3%. Qualora si volesse portare il certificato fino alla naturale scadenza, si potrebbe incrementare il profitto al 4,8% esponendosi tuttavia al rischio di correzione delle quotazioni sottostanti il basket. In ogni caso il certificato garantisce a scadenza il rimborso dell’intero nominale.
LUGLIO: LA BARRIERA CHE SCOTTA
Rimborso appeso a un filo per il certificato del mese di luglio. L’Easy Express di Macquarie (DE000MQ2CFJ7) con sottostante Total, può contare infatti su un buffer del 3,92% rispetto ai dati fotografati il 5 giugno (2,30% se si tiene conto del dividendo). Rilevato lo strike il 20 ottobre 2010 a 39,04 euro e fissata la barriera a 33,18 euro, pari all’85% del prezzo iniziale, il certificato dell’emittente australiana riconoscerà alla scadenza del prossimo 6 luglio, 119 euro ogni 100 euro di nominale se unicamente alla data di valutazione finale il prezzo di chiusura del titolo petrolifero sarà pari o superiore alla soglia knock out. Per valori inferiori il rimborso replicherà linearmente la performance del sottostante, con un conseguente importo massimo pari a 85 euro. In virtù di una quotazione del sottostante pari a 34,535 euro, e soprattutto dei 57 centesimi di dividendo che l’azione staccherà il prossimo 18 giugno, i margini dall’evento knock out sono minimi. Tuttavia la tenuta dei corsi, in riferimento a un prezzo lettera di 108,05 euro a cui è esposto il certificato, riconoscerebbe un rendimento del 9,7% a un mese. La violazione della barriera determinerà invece una perdita minima pari al 21,66%. Rispetto ai valori segnalati nella presentazione del calendario dei certificati 2012 ( Certificate Journal 259) a fronte di un valore di Total pari a 39,70 euro, il certificato era esposto in lettera a 111,7 euro. La perdita sul valore capitale del sottostante è stata quindi del 13% mentre quella sul certificato si è contenuta al 3,27% in virtù del valore attribuito alla componente opzionale.
AGOSTO: PER SFRUTTARE LA DEBOLEZZA DEL DAX
Dax, anche i forti scricchiolano. L’indice teutonico dopo aver trainato al rialzo i listini europei nel primo trimestre dell’anno, sembrava tener bene alla forte inversione del trend che ha interessato quasi tutte le piazze europee dalla seconda metà di marzo. La perdita del 7,57% delle ultime due settimane sta invece mettendo alla prova la resistenza di Francoforte, che con il Dax sceso a quota 5948,18 punti in data 5 giugno, ha visto crescere il valore del certificato del mese di agosto, il Reverse Bonus di Deutsche Bank (DE000DE5CK83) scritto sull’indice. Rilevato uno strike a 7371,2 punti e una barriera a 8476,88 punti, il certificato rimborserà alla scadenza del prossimo 31 agosto, 114 euro se l’indice non avrà mai violato la soglia up e avrà un valore non inferiore a 6339,23 punti, equivalenti al livello Bonus. Per valori inferiori invece, il payoff del certificato risulterà pari a quello di un benchmark short. In virtù di un deprezzamento complessivo rispetto al valore strike del 19,3%, il certificato è esposto ad un prezzo lettera di 121,3 euro. Qualora si ritenga che vi sia spazio da qui a scadenza per un’ulteriore correzione, tale da compensare anche il premio pagato rispetto al rimborso teorico, il certificato offre interessanti opportunità di rendimento, in virtù di un cuscinetto alle perdite dato da un rimborso minimo potenziale non inferiore a 114 euro. In caso invece di rottura della barriera, il certificato si allineerà alla sua componente short. Rispetto ai dati fotografati lo scorso 11 gennaio, il deprezzamento dell’indice del 3,38% si è tradotto in un apprezzamento lettera su lettera di poco meno dell’1%.
SETTEMBRE: RISCHIO BOCCIATURA?
Dopo aver occupato la posizione di certificato di settembre per due anni consecutivi, l’Express di Unicredit (DE000HV78AW6) scritto sul FTSE Mib ha virtualmente perso la possibilità non solo di pagare l’importo Express complessivo ma anche di rimborsare integralmente il nominale di 100 euro. La barriera al di sopra della quale è prevista la protezione del capitale è infatti posta a 14479,052 punti indice pari al 70% dello strike, per raggiungere la quale, rispetto ai 12880,17 punti a cui è quotato l’indice, è necessario un recupero complessivo pari al 13,80% , tenuto conto dei dividendi. Rispetto al mid price al 5 giugno pari a 68,71 euro, il premio rispetto al fair value del certificato, pari a circa 61,4 euro, è del 10,64% , da cui ne consegue come alla componente opzionale venga ancora assegnato un certo valore. Tuttavia, per chi avesse acquistato il sottostante al prezzo lettera segnalato nel Certificate Journal 259 di 78,87 euro, la vendita al denaro esposto in data 5 giugno a 68,37 euro, comporterebbe una perdita del 13,31% simile al ribasso dell’indice lungo lo stesso periodo pari a 13,65%. Poiché a parità di condizioni, all’avvicinarsi della scadenza, fissata per il 17 settembre, il certificato perderà la parte di valore attribuita al tempo, è consigliabile mantenere il certificato in portafoglio solo ritenendo possibile un rimbalzo significativo.
OTTOBRE: FTSE MIB A QUATTRO CIFRE
Sono bastate poche settimane per riportare l’indice italiano nei pressi dei minimi di marzo 2009 dopo aver bucato la soglia dei 17000 punti. La débacle di Piazza Affari non solo ha fatto affondare numerosi certificati a barriera ma ha anche messo a repentaglio la protezione di molti strumenti a capitale protetto condizionato, anche di quelli apparentemente più tranquilli. Tra questi si segnala il certificato di ottobre, un Bonus Cap scritto sull’indice italiano, emesso da BNP Paribas (NL0006299646), che può contare su una soglia invalidante posta a 8405 punti indice, corrispondenti al 55% dello strike, rilevato il 27 febbraio 2009 a 15282 punti. La tenuta della barriera comporterà alla scadenza fissata per il 26 del mese, un rimborso minimo di 120 euro. Qualora l’indice dovesse chiudere al di sopra del livello Bonus, posto a 18338,4 punti, il rimborso replicherà linearmente il rialzo complessivo del sottostante dallo strike, fino ad un rimborso massimo del 150%. La rottura determinerà invece un allineamento del certificato alla sua componente benchmark. In virtù della profondità della barriera il Bonus Cap dell’emittente francese si è saputo difendere dal ribasso dell’indice. A fronte infatti di un calo del sottostante pari al 13,65% rispetto alla segnalazione dell’11 gennaio, il certificato, a 109 euro, ha contenuto le perdite ad un solo punto percentuale. Per chi ritenesse poco probabile la rottura della barriera, ad un margine dai valori correnti pari al 34,75%, il rimborso di 120 euro alla scadenza riconoscerebbe un profitto complessivo lordo del 9,01%. Tuttavia, in virtù di un prezzo lettera corrente pari a quello segnalato a gennaio, il rendimento su base annua è ad oggi salito al 22,89% dall’11,32% di gennaio.
NOVEMBRE: MATERIE PRIME IN LETARGO
Magra consolazione la protezione integrale del nominale per il Commodity Accelerator (XS0268113684) di Société Générale, uno dei primi certificati ad avere avuto come sottostante un basket di commodities, in particolare di metalli industriali. Emesso il 3 novembre 2006, a sei anni di distanza, il prossimo 5 novembre rimborserà 145 euro qualora il valore del paniere sia pari o superiore a quello iniziale. Un apprezzamento superiore al 45% sarà comunque riconosciuto integralmente. Se invece la performance complessiva risultasse negativa, sarebbe garantito unicamente il rimborso del nominale pari a 100 euro. Il paniere, composto da alluminio, rame, nickel, zinco e Brent, al 5 giugno osserva una perdita complessiva del 14,67%. Se da un lato le quotazioni del Brent dalla rilevazione iniziale si sono apprezzate di circa il 67%, nickel e zinco hanno più che dimezzato il valore strike. Continuano infatti a sgonfiarsi le quotazioni delle materie prime, ulteriormente affossate dalla previsioni sempre più incerte di crescita economica. Dalla rilevazione dello scorso 11 gennaio il paniere ha infatti perso un ulteriore 10%, seguito dal certificato, esposto al 5 giugno a un denaro di 102,90 euro, rispetto ai 115 euro di gennaio. Il prezzo ancora sopra alla parità segnala tuttavia il peso che continua ad esercitare sul valore dello strutturato la possibilità che un recupero del valore iniziale da parte del paniere possa determinare il rimborso di 145 euro ogni 100 di nominale.
DICEMBRE: UN REBATE SOTTO L’ALBERO
Con i bancari sull’ottovolante sono pochi i certificati con sottostante appartenente al settore che hanno saputo tener testa alle improvvise inversioni di rotta delle quotazioni. I certificati con barriera valida unicamente a scadenza offrono, rispetto a quelli caratterizzati da osservazione in continua, una protezione quanto meno virtuale fino alla scadenza. Questa caratteristica, e un premio indipendente dall’andamento del sottostante, sono i principali motivi che hanno spinto a scegliere come ultimo certificato dell’anno l’Easy Express Rebate di Macquarie (DE000MQ4JRT2) scritto su Unicredit. A seguito delle rettifiche, dovute all’aumento di capitale e al raggruppamento, subite dalla stock bancaria, alla scadenza del 27 dicembre il certificato rimborserà 115,50 euro se il prezzo di chiusura di Unicredit sarà almeno pari al nuovo livello barriera calcolato a 2,63 euro, pari al 50% dello strike, posto a 5,27 euro. Al di sotto della soglia invalidante il rimborso replicherà la performance complessiva del sottostante maggiorata di un premio (rebate appunto) pari a 15,5 euro. In caso di rottura ne consegue un rimborso minimo pari a 65,5 euro. Alla rilevazione dell’11 gennaio, in virtù di un valore della stock bancaria pari a 2,57 euro, il certificato era esposto ad una lettera di 79,39 euro. Dopo aver toccato un minimo a 2,422 euro lo scorso 17 maggio, il titolo si è riportato al di sopra della soglia trigger, a 2,68 euro mentre il certificato è ora esposto in lettera a 81,83 euro. Se sul denaro pari a 80,83 euro, la vendita del certificato determina un rendimento dell’1,81% a fronte di un recupero del sottostante di 4,28 punti percentuali, nell’ipotesi di tenuta della barriera a scadenza, ora a un margine dell’1,86%, il rimborso a scadenza dell’intero importo Express determinerebbe un profitto lordo del 41,15%.