UNO STEP UP DA COLLEZIONE
Analizziamo la nuova emissione obbligazionaria di Banca IMI, con scadenza a sei anni e cedole crescenti
I rendimenti rientrati a livelli maggiormente sostenibili, anche per effetto delle manovre non convenzionali adottate dalla BCE per garantire liquidità al settore bancario, hanno avuto come conseguenza una marcata riduzione dei credit-spread e un ritorno alle emissioni di bond dei principali istituti bancari. Tra le novità più importanti dell’ultima settimana si segnala una nuova proposta lanciata in quotazione sul MOT da Banca IMI, denominata Collezione Step Up. Prima di analizzarne le caratteristiche, facciamo però un passo indietro per ricordare quanto accaduto nel recente passato e come gli interventi dei vertici dell’Eurotower siano stati assorbiti dal mercato, soprattutto sull’obbligazionario.
Focalizzandoci sulle emissioni di Banca IMI, ricorderanno i lettori del Certificate Journal come i rendimenti raggiunti dai “sotto100” a capitale protetto all’apice della crisi che aveva interessato indistintamente tutti i PIIGS europei, con gli yield del decennale italico oltre la soglia del 6% , avessero sfiorato in alcuni casi il livello del 9% su base annua. Successivamente, i due piani LTRO, capaci di introdurre una massiccia quantità di liquidità nel sistema a basso costo, hanno spento di fatto le tensioni e hanno radicalmente mutato il contesto di mercato, portando ad una generalizzata riduzione dei rendimenti, inclusi quelli delle emissioni di Banca IMI. L’impatto degli effetti delle due manovre di rifinanziamento, sono risultati evidenti anche a livello grafico sia sul comparto azionario, sia sugli spread obbligazionari che su quello delle principali curve benchmark del mercato obbligazionario di riferimento.
La percezione del rischio è quindi oggi notevolmente diminuita e con essa anche lo spread aggiuntivo pagato implicitamente dagli emittenti sul risk-free per remunerare gli investitori dal maggior rischio assunto. Su queste basi hanno trovato spazio nuove emissioni, come l’ultima arrivata in casa Banca IMI. Si tratta della Banca IMI Collezione Step Up ( Isin IT0004796451 ), un’obbligazione a tasso fisso che promette cedole annue che vanno dal 3,35% corrisposto al primo anno fino al 4,85% distribuito alla scadenza prevista il 6 marzo 2018, con tassi crescenti dello 0,30% lordo di anno in anno. Data tale struttura è possibile calcolare il potenziale rendimento che, in virtù dei correnti 99,65 euro esposti in lettera al MOT di Borsa Italiana, si attesta al 4,14% al lordo del prelievo fiscale.
Al fine di valutare la bontà di tale rendimento è opportuno eseguire un’analisi comparativa con i ritorni offerti dai principali benchmark. Da tale confronto emerge chela Banca IMI Collezione Step Up è in grado di riconoscere rendimenti in linea con i titoli comparables ( EUR Europe Financial A rated, linea rossa del grafico), mentre il rendimento aggiunto rispetto alla curva dei Titoli di Stato italiani, si attesta a circa 100 punti base. Guardando ai rischi, al pari di una tasso fisso, la duration a 5,16 anni fa in modo che i prezzi del bond risultino discretamente reattivi ai movimenti dei tassi di mercato. In particolare si è analizzato che un eventuale shift della curva pari a +50 punti base, a parità di altri fattori, porterebbe i prezzi dell’obbligazione a ridursi a circa 97,1 euro ( -2,55%), mentre un aumento più marcato, pari a +100 punti base, farebbe scendere il prezzo teorico del bond a 94,62 euro ( -5,05%).
Per ultimo, è opportuno prestare attenzione alla coerenza del profilo rischio-rendimento, ovvero valutare se il rendimento è in grado di remunerare adeguatamente il rischio a cui l’investitore si espone. A tal fine, con le dovute approssimazioni, utilizzando il modello di JP Morgan per il pricing dei CDS, il quale consente di ricavare le probabilità di default implicite nella curva dei CDS spread, risulta che il fair value, ovvero il prezzo che incorpora anche la probabilità di insolvenza dell’emittente, calcolato sulla capogruppo Intesa Sanpaolo, è pari a 95,103 euro.