VOLATILITA’ AI MINIMI TERMINI
E’ appiattito sui minimi dell’ultimo triennio l’indice di volatilità del mercato europeo. Cosa suggerisce una simile situazione?
L’onda lunga del piano BCE a sostegno del settore bancario, ha contribuito ad aumentare considerevolmente la dose di liquidità del mercato a beneficio sia del comparto obbligazionario, con la netta quanto repentina diminuzione dei rendimenti, che azionario. La salita molto sostenuta dei principali indici, pone tuttavia inevitabili interrogativi sulle possibilità di una prosecuzione del trend in atto e in questo contesto di profonda incertezza, vale la pena tornare a parlare di volatilità, in particolare quella implicita del mercato europeo, rappresentata dal VSTOXX. Come si è avuto modo di dire anche in passato, l’osservazione della volatilità, divenuto asset investibile anche per il risparmiatore privato con l’emissione di due certificati Benchmark, risulta indispensabile sia in ambito di gestione del rischio di mercato sia come variabile predittiva per l’andamento atteso dagli operatori.
Prima di scendere nel dettaglio, grafici alla mano andiamo ad osservare la situazione attuale. Dalla comparazione tra l’andamento del sottostante azionario, ovvero l’Eurostoxx 50 (linea nera), e il suo indice di volatilità implicita, il VSTOXX (linea rossa), si nota chiaramente la correlazione inversa, elemento che giustifica l’importanza della volatilità nella diversificazione di portafoglio, intesa come riduzione del rischio. Dato un livello di volatilità molto prossimo ai minimi degli ultimi anni, da cui ha finora rimbalzato con regolarità, c’è quindi da attendersi un semestre ancora caldo per i corsi azionari. Tuttavia, non è tanto la volatilità corrente a preoccupare, quanto quella attesa. In questo caso, il livello dei future con scadenze successive al contratto corrente, sono in grado di fornirci le indicazioni predittive circa l’evoluzione futura del mercato. Come è possibile notare dal grafico denominato VSTOXX Forward, la curva è in situazione di contango, come avviene nelle fasi “normali” di mercato, ma lo spread tra la parte a breve e quella a medio termine si è progressivamente ristretto nel corso dell’ultimo mese. Questo è un chiaro segnale di come gli operatori stiano comprando protezione sull’azionario e non a caso i volumi maggiori sono stati proprio riscontrati su tali scadenze.
Guardando al panorama dei certificati di investimento, lo scenario rialzista che si è andato a delineare nel corso di questo primo trimestre del2012, haovviamente influito negativamente sui corsi della volatilità. Di conseguenza i due Benchmark, quotati al Sedex da Barclays Plc, hanno registrato cali molto significativi sulla falsariga dei due sottostanti di riferimento, rappresentati dalla linea verde scuro per l’iPath ETN VSTOXX Short-Term future ( Isin DE000BC2K050) e da quella verde chiaro per l’iPath ETN VSTOXX Mid-Term future ( Isin DE000BC2KZY6), nei pressi dei loro minimi assoluti dall’esordio sul mercato italiano. Anche per questo motivo i due Benchmark potrebbero rappresentare un valido tema di investimento per coloro che necessitassero di una copertura di portafoglio da eventuali correzioni del mercato, in virtù dell’efficacia dimostrata durante e dopo il profondo ribasso dello scorso autunno. In quell’occasione, infatti, è stato evidente il beneficio apportato dalla presenza in portafoglio di almeno uno dei Benchmark sulla volatilità, in quanto capaci di ridurre il rischio complessivo.
iPath ETN VSTOXX Short-Term
Al fine di permettere un investimento nella volatilità dei mercati azionari europei replicando un investimento in futures sull’indice Eurostoxx 50 Volatility, il certificato di Barclays sulla volatilità di breve è stato agganciato al VSTOXX Short-Term Future TR, un indice che offre l’esposizione alle performance di una posizione lunga che subisce un rollover sui future scritti sul VSTOXX con scadenza nel primo e nel secondo mese. Più precisamente, l’indice riflette una strategia di acquisto di futures sul VSTOXX della durata di uno e due mesi, mantenendo costante a un mese l’esposizione alla volatilità implicita dell’Indice Eurostoxx 50. Questo significa che, su base giornaliera, sarà venduta una frazione dei futures sul VSTOXX del primo mese e sarà acquistato un identico ammontare nozionale di contratti futures del secondo mese, mantenendo così una scadenza media ponderata costante pari ad una mensilità. L’Eurostoxx 50 Volatility Short-Term Futures TR rappresenta quindi un’alternativa di investimento rispetto ai future stessi, che basa i suoi movimenti proprio sulle performance dei contratti scritti sul VSTOXX. Come abbiamo più volte tenuto a sottolineare, quando il sottostante di un certificato di tipo benchmark è un future scritto sul sottostante di riferimento, la replica lineare non è di fatto assicurata al 100%. Grava infatti sulla linearità del prodotto l’implicito costo di rollover, rappresentato dalle situazioni di contango o backwardation in cui possono versare i contratti oggetto della transazione. Per tale ragione l’investimento nell’indice Short-Term legato al VSTOXX può esibire caratteristiche differenti di rischio rendimento, rispetto a quelle del benchmark cui si riferisce.
iPath ETN VSTOXX Mid-Term
Analogamente, l’iPath VSTOXX Mid-Term è stato creato da Barclays con l’obiettivo di fornire all’investitore uno strumento in grado di replicare l’andamento della volatilità a medio termine del VSTOXX. In particolare l’indice sottostante replica l’andamento della curva forward tra il quarto e il sesto contratto, mantenendo costante l’esposizione sugli stessi. Per quanto riguarda le caratteristiche, esse risultano essere sostanzialmente in linea con quanto visto sopra per lo Short-Term. Preme tuttavia sottolineare come il Mid-Term si presti maggiormente al completamento di una gestione di portafoglio, in quanto presenta caratteristiche in termini di impatto del rollover meno penalizzanti. Al contrario, la reattività della parte a breve della curva a termine, rende lo Short-Term più adatto in ambito di asset allocation tattica di breve-brevissimo termine.