INFLATION LINKED DI STATO: DOPPIA NOVITA’

Sottostante e metodologia di collocamento: queste le novità del primo BTP-Italia

 

Nonostante le rassicurazioni dei policy maker europei, costretti a dover fronteggiare anche con metodi non convenzionali la peggiore crisi dell’ultimo decennio, il livello di inflazione permane al di sopra del livello di guardia del 2%, con un livello dei tassi di mercato che certo non aiuta, almeno sulla carta, la sua tendenziale decrescita. Tuttavia, in ottica di investimento a lungo termine, la protezione dall’erosione del potere di acquisto assume un ruolo di assoluto rilievo tenendo conto che, come è noto, in economia non è tanto l’inflazione corrente a preoccupare i banchieri centrali e in seconda battuta gli stessi investitori, quanto piuttosto le aspettative sull’inflazione futura. Tra il vasto panorama delle obbligazioni indicizzate all’inflazione, meritano un approfondimento specifico i BTPi, ovvero i Titoli di Stato italiani legati all’inflazione.

Attraverso l’osservazione dei prezzi di tali obbligazioni, contraddistinte per un peculiare profilo di indicizzazione all’inflazione europea, è possibile  valutare quanto sia alto il rischio di una nuova spirale di crescita dei prezzi. La metodologia più diffusa consiste nel paragonare il rendimento dei classici Titoli di Stato a reddito fisso con quelli agganciati all’inflazione. Proprio il differenziale in termini di rendimento indica il livello di inflazione attesa dagli investitori. Osservare l’andamento di tale spread può tornare molto utile soprattutto se si vuole difendere il capitale dalla svalutazione del potere di acquisto e rappresenta quindi un valido indicatore per l’asset allocation del proprio portafoglio obbligazionario. Pur non avendo a disposizione molti nodi intermedi, procediamo con l’analisi del livello di inflazione che scaturisce dal differenziale di rendimento tra i BTP e i BTPi con medesima scadenza,   ovvero i Buoni Poliennali del Tesoro che aggiustano i propri rendimenti al livello dell’inflazione italiana grazie ad una cedola fissa con un nominale variabile.

 

 Secondo quanto scaturisce dal confronto, l’andamento delle aspettative di inflazione media nei prossimi anni rimane stabile entro la soglia del 2%. E’ utile riscontrare come il tasso di inflazione atteso così calcolato, risulti essere in linea con le altre metodologie di calcolo solitamente utilizzate, come ad esempio gli Inflation Swap, con il grafico della curva relativa all’inflazione europea riportata in pagina.

BTP€i

I Titoli di Stato italiani legati all’inflazione, denominati BTP€i, offrono una cedola annuale fissa ma si caratterizzano per un adeguamento legato al livello dell’inflazione europea (HICP ex-tobacco) che interessa sia la cedola che l’ammontare del rimborso  a scadenza. Più in particolare, volendo semplificare, se durante il primo anno di vita dall’emissione, l’inflazione dovesse crescere del 4%, la cedola annua verrà aumentata del 4% e il capitale garantito a scadenza salirà dai 100 euro iniziali a 104 euro. Più complicato risulta essere il calcolo della parametrizzazione per i titoli già emessi, per cui viene rilasciato periodicamente un coefficiente di indicizzazione.

BTP-Italia

A partire dal prossimo 19 marzo, il panorama di obbligazioni inflation linked verrà ulteriormente ampliato, con il lancio del primo BTP Italia, legato all’inflazione europea e per la prima volta collocato a rubinetto direttamente sul MOT di Borsa Italiana per permetterne l’accesso al retail.

Tra le novità più significative di questa emissione, vi è soprattutto il sottostante, che sarà non più l’inflazione europea quanto l’inflazione italiana (ITCP), ovvero l’indice calcolato dall’Istat che misura l’andamento dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati, tabacchi esclusi. Anche in questo caso la cedola semestrale viene parametrata in base all’andamento dell’inflazione e prevede, nel dettaglio, la rivalutazione del capitale ogni sei mesi a differenza del BTP€i che prevede una rivalutazione del nominale esclusivamente a scadenza.

Il titolo prevede un tasso reale minimo garantito che verrà comunicato al momento dell’annuncio del collocamento, al quale sarà aggiunto poi il tasso di inflazione calcolato dall’Istat sulla base dell’indice FOI senza tabacchi, mentre il tasso reale definitivo verrà comunicato al termine dei giorni di sottoscrizione di ciascun collocamento e potrà essere uguale o superiore al minimo garantito. È previsto anche un premio di fedeltà del 4 per mille lordo sul valore nominale dell’investimento per le persone fisiche che acquistano i titoli all’emissione e li detengono fino alla scadenza, prevista nel 2016.