EQUITY PROTECTION FAI DA TE

Uno Zero Coupon targato RBS per costruirsi una soglia di protezione per l’investimento azionario

 Azioni e obbligazioni continuano a presentare anche in questo avvio di 2012 molte incognite, per effetto dei ripetuti interventi delle agenzie di rating sui debiti sovrani e delle scarse intese tra i membri dell’Unione Europea. In settimana, dopo aver assistito al taglio del rating da parte di S&P di ben nove paesi europei, si è registrato il monito di Fitch su una prossima dichiarazione di insolvenza della Grecia e su un nuovo declassamento del debito italiano. Nonostante questo, i listini azionari non ne hanno risentito e anzi, proprio i bassi valori a cui ancora viaggiano rispetto ai livelli di qualche anno fa, spingono gli investitori che abbiano obiettivi di crescita del capitale nel medio-lungo termine a sovrappesarne l’esposizione in portafoglio. Tuttavia, almeno fino a quando non si sarà risolta la crisi del debito e il settore bancario, che traina molti dei mercati europei, non avrà ricucito le ferite attraverso dolorosi piani di ricapitalizzazione, un approccio più difensivo anche in ottica di asset allocation azionaria appare consigliabile. Per questo motivo, questa settimana, intendiamo proporre uno spunto operativo per mettere in pratica la costruzione di un Equity Protection fai da te, utilizzando un titolo obbligazionario privo di cedole e un indice di mercato, investibile tramite un classico Benchmark. La contrazione dei prezzi di molti Zero Coupon, in scia all’aumento generalizzato dei rendimenti che ha colpito in particolar modo il settore bancario, consente di affiancare tali obbligazioni ad un portafoglio azionario, creando di fatto un portafoglio bilanciato nel quale poter scegliere la soglia di protezione del capitale, ferma restando la condizione imprescindibile di completa solvibilità dell’emittente a scadenza.

Un’emissione particolarmente interessante, utile a tale scopo, risulta esserela Royal70/100 targata RBS (Isin NL0009056563 ), con scadenza prevista per il 26 giugno 2016. L’assenza di cedole rende maggiormente intuibile l’utilizzo di tale obbligazione anche per un investitore poco esperto, rispetto ad un bond dotato di cedole che richiederebbe calcoli aggiuntivi nonché la necessità di reinvestire le stesse. Attualmente acquistabile a 74 euro, rispetto ai 100 euro nominali garantiti alla naturale scadenza, l’obbligazione consente di destinare la quota di capitale rimanente, pari a 26 euro ipotizzando che si voglia investire una somma di 100 euro, in un benchmark azionario. In questo modo è quindi possibile utilizzare tale bond come valido strumento per la creazione di un payoff che preveda una soglia di protezione del capitale pari al 100% a scadenza.

Più nel dettaglio, la soglia di protezione inviolabile al ribasso a scadenza, interviene qualora l’investimento azionario dovesse annullarsi, consentendo di fatto all’investitore di non esporsi a perdite in conto capitale. Ad esempio, nel caso di un portafoglio da 10.000 euro, per replicare una soglia di protezione dell’intero nominale, l’investitore dovrebbe acquistare un controvalore pari a 7400 euro (10.000 euro nominali) della Royal 70/100 e 2600 euro di un benchmark di mercato, come ad esempio l’Open End targato UniCredit agganciato al FTSE Mib ( Isin DE000HV8F355 ). Come da grafico presente in pagina è possibile mettere a confronto lo scenario di payoff (linea blu) per ogni valore assunto dal sottostante azionario, con la soglia di protezione (linea rossa). Agendo poi sui pesi tra la parte obbligazionaria e quella azionaria, è possibile diminuire la soglia di protezione (ad esempio 90%, linea verde) a fronte di un maggior “delta” azionario utile in un contesto di mercato fortemente rialzista (linea arancione).

Questo approccio può essere utilizzato successivamente anche per riponderare la ripartizione tra ZC e benchmark, alzando la soglia di protezione e mettendo al riparo non solo il nominale, ma anche i guadagni eventualmente registrati dalla componente azionaria. Il portafoglio bilanciato così creato, può peraltro risolvere il momentaneo black out di nuove emissioni di certificati a capitale protetto, dotati di buona reattività ai movimenti del sottostante, causato principalmente dall’aumento del credit spread dell’emittente.

E’ infine necessario analizzare le criticità che la strutturazione di tale portafoglio può incontrare. Su tutte il rischio emittente, strettamente connesso da un lato alla solvibilità di due emittenti bancari e dall’altro all’andamento della curva dei rendimenti di RBS Plc. Lo ZC, inoltre, per propria natura risulta essere molto più esposto al rischio tassi, causa l’elevata duration, rispetto ad un classico bond con cedole, e potrebbe quindi andare incontro a perdita di valore qualora lo spread di credito dell’emittente inglese dovesse rialzarsi. In ultima analisi, i 74 euro esposti in lettera al MOT equivalgono ad un rendimento su base annua perla Royal70/100 pari a circa il 7% lordo, a fronte di un picco del 7,8% raggiunto dal titolo obbligazionario nelle scorse settimane e rispetto al 5,6% di media registrato dalla sua quotazione avvenuta nel giugno 2009.

PORTAFOGLIO ZC + BENCHMARK