EUROSTOXX BIFRONTE
Fumata nera per i mercati mondiali che concludono il 2011 all’insegna della volatilità. Un Up&Up per calmierare ulteriori ribassi
Come riportato dal Sole24ore, l’ultimo studio del Boston Consulting Group sullo stato di salute dell’economia mondiale non usa mezzi termini nel descrivere lo scenario di credit crunch che investirà banche e famiglie di tutti i continenti, Europa in prima fila. Il “buco nero delle banche” del Vecchio Continente, mette inevitabilmente davanti alla scelta di continuare a ricapitalizzare oppure di cominciare a tagliare il credito a imprese e famiglie, facendo così da cassa di risonanza per un’effettiva crisi dell’economia reale. Pertanto se finora la dèbacle finanziaria ha messo più in sofferenza gli indici maggiormente esposti al settore bancario, uno stallo dell’economia reale trascinerebbe anche i mercati più diversificati. In questo contesto poco cristallino, per i piccoli investitori diventa così sempre più difficile individuare buoni trade off capaci di coniugare un buon rendimento con una sufficiente protezione del capitale, soprattutto da quando anche le quotazioni dei titoli a reddito fisso hanno iniziato a soffrire pesantemente. Nel panorama dei certificati, oltre alle emissioni a capitale protetto, con garanzia di rimborso, esistono valide alternative che garantendo solo condizionatamente a scadenza l’investimento iniziale sono in grado di offrire buoni margini di operatività.
A tal proposito, riproponiamo l’Up&Up di Banca Aletti sull’Eurostoxx 50, già più volte segnalato per via di una barriera a 1481,48 punti che nonostante il doppio affondo dell’ultimo semestre continua a resistere senza particolari pressioni. Benché nel frattempo la gamma di certificati dotati di barriera anche a livelli più profondi si sia notevolmente ampliata, un rendimento minimo del 12,93%, seppur condizionato, con possibilità di upside anche in caso di ribasso del sottostante pone l’Up&Up di Aletti quale osservato speciale della settimana. Ma entriamo nel dettaglio. Fissato uno strike a 2743,5 punti, il certificato rimborserà alla scadenza del 30 ottobre 2013, un importo pari alla performance assoluta, ossia privata del segno, dell’Eurostoxx 50 realizzata a partire dal valore iniziale, a patto che il prezzo di chiusura del sottostante non abbia mai toccato la barriera a 1481,48 punti. Così, se a scadenza l’indice del Vecchio Continente, senza mai aver violato tale soglia, chiudesse ai correnti 2219,28 punti, in calo del 19,11% rispetto allo strike, l’Up&Up rimborserebbe 119,11 euro. Se invece lungo la durata residua si verificasse l’evento knock out, a parità di livello, il rimborso sarebbe pari a 80,89 euro.
In virtù della quotazione corrente di 88,55 euro al Sedex di Borsa Italiana è pertanto possibile valutare una serie di scenari ipotetici di rendimento a scadenza. L’acquisto a tali prezzi permetterebbe, in particolare, di ottenere un rendimento minimo, sempre condizionato alla tenuta del livello invalidante, del 6,84% su base annuale. Nel caso, tuttavia, di rottura della barriera, la cui probabilità secondo l’indicatore CED|Probability è alle condizioni attuali pari al 48%, la perdita sarebbe maggiore rispetto ad un’esposizione diretta sul sottostante, per via del valore aggiuntivo delle opzioni. La rottura poi determinerebbe un automatico allineamento del certificato con la componente benchmark, ovvero con la performance effettiva del sottostante dal valore strike decurtata dai dividendi, stimati a circa 200 punti.
Osservando più nel dettaglio l’analisi di scenario proposta, si nota come a fronte di un ribasso contenuto entro il 33%, il certificato sia in grado di trasformare una variazione negativa dell’indice delle blue chip europee in una plusvalenza massima del 64,6%. Una situazione di assoluta stabilità rispetto ai valori correnti darebbe modo invece di conseguire un rendimento del 34,5%. Solamente al di sopra del 22,8% di rialzo e al di sotto del 34% di ribasso, l’investimento diretto darebbe risultati migliorativi rispetto alla posizione assunta dall’Up&Up. In tutti gli scenari positivi è tuttavia da tenere sempre in considerazione il rischio di violazione della barriera, che porterebbe a vanificare gli effetti derivanti dalla presenza delle opzioni accessorie alla replica lineare.
Un’ultima annotazione riguarda il comportamento del certificato nel corso dei prossimi mesi, ossia prima della scadenza, Come si può notare dalla tabella relativa, una situazione di neutralità rispetto ai corsi attuali da qui a un mese porterebbe il fair value della struttura ad apprezzarsi di circa il 2% e di ben il 14% da qui a dieci mesi.