ICA WINNERS SOTTO OSSERVAZIONE
Dopo la premiazione, i vincitori degli ICA 2011 tornano all’esame del mercato. Successi e prospettive per il futuro.
Chiusa anche quest’anno la parentesi degli Italian Certificate Awards, è tempo per i vincitori di essere sottoposti alla prova del mercato per confermare sul campo i riconoscimenti ottenuti dal pubblico e dalla giuria specializzata. Come abbiamo avuto modo di raccontare con lo speciale Approfondimento di sette giorni fa, è stato lo “short” il tema dominante della quinta edizione degli ICA. I tre certificati che si sono classificati sul podio della categoria più ambita, quella del “Certificato dell’anno”, in modi differenti sono infatti riconducibili alla medesima strategia di investimento: trarre profitto dal ribasso dei corsi azionari e obbligazionari, sia direttamente, con l’Open End sull’indice FTSE Mib Short Strategy e il Mini Short sull’Euro BTP Future, sia indirettamente, mediante il Benchmark sulla volatilità di breve termine dell’Eurostoxx. La loro natura ribassista, come già più volte sottolineato a margine della presentazione delle valutazioni che hanno accompagnato i verdetti finali, è stata determinante per affermarsi tanto nella categoria generale quanto in quelle più specifiche ( certificato a capitale non protetto e certificato a leva). E’ stato pertanto il “timing” il parametro più rilevante ai fini del giudizio manifestato da pubblico e giuria. Ma dopo aver espresso tutto il loro potenziale, approfittando di un mercato che dalle rispettive date di emissione si è mosso quasi costantemente al ribasso, cosa possono ancora offrire questi strumenti? Lo scopriremo in questo Approfondimento, dedicando ampio spazio anche ad altri certificati che hanno conquistato le preferenze dei giurati. Short, o meglio Reverse, sono ad esempio anche i due Bonus Cap che comandano la classifica dei certificati a capitale protetto condizionato. Piazzatosi al secondo posto, il Reverse Bonus Cap ha costruito il proprio successo sfruttando il tracollo del titolo Unicredit, arrivando a soli 4 mesi dall’emissione a una quotazione pari al rimborso massimo. Può invece avere ancora qualcosa da dire il Reverse Bonus Cap su Eurostoxx 50 TR che si è guadagnato il primo posto nella sua categoria. Infine, nella categoria degli strumenti a capitale protetto scopriremo quali prospettive offre il Protection Barrier, dotato di un’inedita struttura che oltre alla protezione totale del capitale investito propone una promessa di rendimento legato alla performance del sottostante o, in alternativa, a un flusso cedolare annuo crescente condizionato al raggiungimento di due livelli attivanti.
Benchmark VSTOXX e Open End Uc
La capacità di mettere a segno performance positive in un contesto di forte instabilità dei mercati azionari, ha permesso ai due Benchmark, targati rispettivamente Barclays e Unicredit, di registrare considerevoli ritorni, candidandosi di fatto come strumenti indispensabili in ottica di gestione di portafoglio dal punto di vista del rischio di mercato. In questo senso i due strumenti, dal momento che la crisi dell’area euro non sembra sul punto di essere risolta, possono ancora tornare utili da affiancare agli investimenti tradizionali. Questo soprattutto alla luce dei divieti imposti dalla Consob che limitano l’utilizzo, tra l’altro non alla portata di tutti gli investitori, dei derivati e anche degli Etf che permettono di assumere posizioni ribassiste sul mercato se non con precisi fini di copertura delle posizioni. In tale fattispecie i due certificati non rientrano nell’ambito del divieto consentendo quindi la più ampia operatività. Fatta questa doverosa premessa, vista la linearità delle strutture, vediamo come si sono comportati fino ad ora i due strumenti per comprenderne a fondo le potenzialità.
Andando per ordine, il Benchmark targato Barclays, scritto sull’Eurostoxx 50 Volatility Short-Term Futures TR Index, ha saputo avvantaggiarsi del considerevole aumento della curva di volatilità dell’indice europeo delle maggiori blue chip, in scia all’aumento delle tensioni sui mercati azionari nel corso degli ultimi mesi. Il Benchmark, si è quindi rilevato un ottimo strumento sia in ottica di controllo del rischio di portafoglio, capace infatti di apportare diversificazione, data la correlazione negativa rispetto all’indice azionario di riferimento, sia di copertura di posizioni fortemente esposte ai mutamenti della volatilità, come ad esempio i certificati con barriera invalidante. Guardando alle performance, da inizio negoziazione, avvenuta nel novembre 2010, il certificato segna un rialzo del 29% circa, mentre la performance a tre mesi evidenzia un avanzamento pari addirittura a 84,12 punti percentuali.
Le medesime caratteristiche peculiari, si ritrovano nell’Open End targato Unicredit con sottostante l’indice FTSE Mib Short Strategy, strutturato per replicare in maniera inversa le performance dell’indice più rappresentativo di Piazza Affari. Il timing di emissione davvero invidiabile, ha permesso agli investitori di avere a disposizione uno strumento capace di avvantaggiarsi dei ribassi del sottostante, quindi in ottica di copertura su fondi o titoli appartenenti al paniere italiano, quando le condizioni di mercato iniziavano sensibilmente a deteriorarsi. Dall’esordio al Sedex, avvenuto lo scorso aprile nei pressi dei massimi toccati dall’indice FTSE Mib, ha permesso al certificato di realizzare una performance del 25,67%, con un picco registrato oltre area 1,37 euro (+48,42%), coincidente con i minimi del FTSE Mib toccati i primi di ottobre.
Reverse Bonus di Deutsche Bank
In ottica di copertura di portafoglio ha compiuto un gran lavoro anche il Reverse Bonus Cap su Eurostoxx 50 nella versione Total Return, ossia lo stile che contempla il reinvestimento dei dividendi. In particolare il certificato dalla sua emissione avvenuta il 13 ottobre2010, hamesso a segno una performance positiva del 17%, calcolata su un prezzo in lettera di 117,1 euro rispetto ai 100 euro nominali, in virtù dei 13 punti percentuali persi dall’indice sottostante. Questo grazie alle caratteristiche peculiari del certificato che, rilevato uno strike a 4446,44 punti, prevede il riconoscimento di un Bonus del 24% alla scadenza del 13 ottobre 2014 qualora l’indice non abbia mai violato la barriera posta a 6669,96 punti. Considerati i 3863,52 punti attuali dell’indice Eurostoxx 50 TR sarebbe quindi necessario , per invalidare la struttura del certificato, che lo stesso compiesse nell’arco dei prossimi 3 anni un balzo di oltre 72 punti percentuali. Se questo non dovesse verificarsi, si prospetterebbe dai valori correnti del Bonus Cap un rendimento minimo del 6% circa, che potrà crescere ulteriormente se la fase ribassista dovesse proseguire. Infatti il certificato vanta una soglia Cap superiore al Bonus, che consentirà di approfittare dei ribassi dell’indice fino al 40% dallo strike per un rimborso massimo che può arrivare pertanto fino a 140 euro.
Sotto 100 il Protection Double Barrier
Diversi sono gli obiettivi perseguibili invece con il Protection Double Barrier, vincitore tra i certificati a capitale protetto. L’emissione di Banca IMI, concepita con il fine primario di salvaguardare il capitale investito, consente nel contempo di avvantaggiarsi di un rialzo dell’indice sottostante mediante una struttura a rendimenti crescenti impostata su un duplice livello di prezzo. Scritto sull’indice Hang Seng China Enterprises Index, il certificato ha inevitabilmente risentito del 21% di ribasso accusato dall’indice cinese, arrivando a quotare negli ultimi giorni in prossimità di 826,4 euro, prezzo rilevato in lettera al Cert-X di EuroTLX. Tuttavia, in virtù della protezione dell’intero nominale prevista alla scadenza del 3 maggio 2017, proprio l’attuale quotazione prospetta un rendimento minimo del 21%, ovvero il 3,76% su base annua. A ciò si aggiunga che nonostante il discreto gap sul livello iniziale, grazie all’orizzonte temporale di investimento sufficientemente lungo non è precluso alcuno scenario di recupero che porti il certificato ad esprimere il proprio payoff in termini positivi. Pertanto, ferma restando la capacità del prodotto di replicare linearmente a scadenza eventuali performance positive dell’indice dal relativo livello iniziale, posto a 13106,54 punti, in caso di forti movimenti rialzisti tali da far raggiungere il 120% o il 130% di tale livello, si attiverà l’opzione di rendimento cedolare che consentirà di incassare sia per gli anni precedenti che per quelli successivi, un pagamento di un premio annuo del 4% che salirà del 2,25% fino ad arrivare al 6,25% del nominale nel caso in cui venga raggiunta la seconda barriera. In questo modo nell’ipotesi migliore il rendimento potrà superare la soglia dei 10 punti percentuali annui mentre per lo scenario intermedio potrà fermarsi all’8,6%.