Chi se li ricorda?
Commodity Daily Win e Trilogy 100 Plus, due storie forse fin troppo presto dimenticate
Lanciati sul mercato nel biennio 2007/2008 e forse fin troppo presto messi in un angolo dagli stessi emittenti e collocatori, molti certificati continuano ad essere presenti nei portafogli degli investitori ai quali sono stati proposti come strumenti di investimento alternativi e promettenti. Di questi certificati poco si conosce e ancor meno se ne racconta, come dimostrano alcune mail di richiesta di soccorso che periodicamente ci pervengono in redazione. Per tale motivo, in questo Approfondimento abbiamo cercato di riesaminare alcune delle emissioni che , numeri alla mano, hanno ottenuto più gradimento tra le reti: il Commodity Daily Win, distribuito da Ras Bank in due diverse emissioni tra maggio e giugno 2007, e il Trilogy 100 Plus, collocato da Fideuram nel mese di maggio dell’anno successivo. In entrambi i casi, come vedremo, è possibile tirare un sospiro di sollievo dopo la grande paura vissuta nei mesi successivi all’emissione.
COMMODITY DAILY WIN , SI TORNA A GALLA
Il primo certificato di cui si sono perse le tracce ma che invece meriterebbe di essere seguito per ciò che ha fatto finora e per quello che potrebbe ancora dare, è un Commodity Daily Win emesso da JP Morgan Chase Bank esattamente quattro anni fa. Il certificato, identificato da codice Isin XS0294584056 e collocato sul mercato italiano da Ras Bank, è indicizzato a un paniere equiponderato di 4 metalli industriali (rame, alluminio, nickel e piombo quotati al London Metal Exchange) e garantisce alla scadenza del 15 maggio 2012 la protezione integrale del capitale nominale. Per quanto riguarda il rendimento, questo è dato da un flusso di cedole semestrali posticipate pari al 7% annuo calcolato sui giorni effettivi in cui il paniere è risultato superiore ad una barriera fissata all’85% del valore iniziale. In base a queste caratteristiche, la struttura finanziaria del Commodity Daily Win è stata concepita per permettere all’investitore di puntare sul mercato delle materie prime senza correre rischi di perdita in conto capitale e nel contempo di ambire ad un rendimento annuo del 7% anche in presenza di moderato ribasso del paniere sottostante. E’ infine da sottolineare che, sfruttando l’inserimento in struttura di una serie di opzioni autocallable, a partire dal termine del quinto semestre successivo all’emissione il certificato può estinguersi anticipatamente qualora il valore del paniere risulti superiore o uguale al livello iniziale: in tal caso oltre al capitale nominale è previsto il riconoscimento della cedola di spettanza.
Osservando i livelli di riferimento iniziali delle quattro componenti del basket si evince chiaramente che il timing di rilevazione del prezzo di partenza del nickel ha penalizzato sin dal primo momento l’intera struttura del certificato. Il livello più alto mai toccato dallo spot del nickel al LME è stato battuto il 16 maggio 2007 a 54200 dollari; il giorno precedente è stato fissato il livello di riferimento iniziale del basket, pari a 53995 dollari. Nonostante ciò, al termine del primo periodo di osservazione, compreso tra il 16 maggio e il 15 novembre 2007, è stata riconosciuta ai possessori del certificato una cedola lorda pari al 3,529% in virtù del fatto che per i 184 giorni del semestre il paniere ha registrato sempre un valore superiore alla barriera.
Come è possibile osservare dallo schema riepilogativo dei flussi cedolari distribuiti dal certificato, per il secondo semestre è stata erogata una cedola pari al 3,337% in virtù dei 174 giorni in cui il paniere è stato almeno all’85% del proprio valore iniziale, ma già a partire dal terzo semestre le cose sono peggiorate drasticamente. Le prime scosse anticipatrici del tracollo che di lì a poco avrebbe colpito i mercati finanziari hanno avuto come epicentro proprio il mercato delle commodity e più in particolare quelle materie prime che avevano corso in maniera forsennata raggiungendo livelli record. Non sorprende quindi che per il terzo semestre sia stata riconosciuta una cedola ridotta all’1,323%, calcolata sui 69 giorni in cui il basket non è stato al di sotto della barriera, e che per il quarto e quinto periodo, ovvero tra il 16 novembre 2008 e il 15 novembre 2009, non sia stato erogato alcun flusso cedolare. Proseguendo nella disamina del comportamento del paniere in funzione dei rendimenti cedolari riconosciuti dal Commodity Daily Win, si nota chiaramente come a partire dal sesto semestre sia iniziata una nuova fase rialzista per i metalli industriali. Dopo aver toccato un minimo al di sotto del 40% del proprio valore iniziale, il paniere equiponderato è infatti riuscito nel mese di aprile 2010 a riacciuffare la barriera posta all’85% e di conseguenza si è tornati a contare i giorni per i quali si è avuto diritto al rendimento cedolare. Risalire la china, dopo aver perso oltre il 60% dai livelli di partenza, sembrava un’impresa epica nella primavera del 2009, ossia al giro di boa dei due anni di vita del certificato, e invece il 4 marzo scorso, grazie alla violenta accelerazione rialzista del rame e del piombo si è registrata per la prima volta dopo quasi tre anni una valorizzazione del paniere superiore allo strike. Se tale situazione di recupero fosse stata confermata anche alla data di rilevazione di metà maggio, in virtù dell’opzione autocallable attiva dal termine del quinto semestre di vita, il Commodity Daily Win sarebbe stato rimborsato anticipatamente liquidando i 1000 euro nominali maggiorati di una cedola del 3,203%; tuttavia, complice il pessimo inizio del mese di maggio, il valore medio del basket è stato rilevato in ribasso dell’8% dallo strike e pertanto, al 20 maggio, è stata riconosciuta solamente la cedola prevista.
In previsione della scadenza, è da sottolineare che alla data di esercizio naturale mancano solamente due semestri e che ai prezzi correnti il paniere è in calo del 6,17% rispetto al proprio valore iniziale. In quotazione sul Sedex di Borsa Italiana, il certificato evidenzia un prezzo denaro – lettera pari a 1023 – 1053 euro e pertanto non offre particolari spunti operativi per chi fosse alla ricerca di uno strumento su commodity caratterizzato da un buon profilo di rischio rendimento. Al contrario, per chi lo avesse già in portafoglio, il rendimento finora conseguito ammonta al 12,466% di sole cedole a cui va ad aggiungersi la plusvalenza prezzata sul Sedex.
STRIKE E BARRIERA PIU’ BASSI PER IL DAILY WIN II
Una situazione tutto sommato analoga si presenta anche per il secondo Commodity Daily Win proposto da JP Morgan Chase, emesso ad un mese di distanza dal primo. Il certificato, identificato da codice Isin XS0300622486, ha rilevato i livelli iniziali di rame, alluminio, piombo e nickel il 22 giugno 2007 ed è una replica quasi perfetta della prima emissione. Fissata la scadenza al 22 giugno 2012, il certificato garantisce la protezione totale del nominale ma, a differenza del suo predecessore, prevede che il rendimento cedolare del 7% annuo venga riconosciuto per i giorni del semestre in cui il paniere è stato in grado di attestarsi al di sopra della barriera posta all’80% del proprio valore iniziale. Approfittando della rilevazione degli strike a prezzi abbondantemente inferiori a quelli della prima emissione, fatta eccezione per il piombo, e del posizionamento della barriera più in basso, il secondo Commodity Daily Win ha potuto erogare finora un flusso cedolare maggiore e, guardando in prospettiva, sembrerebbe avere qualche chance in più di tagliare il traguardo del rimborso anticipato. Ai prezzi correnti, infatti, il valore del basket è in calo del 4,60% dall’emissione.
IN NETTA RIMONTA ANCHE IL TRILOGY
Collocato da Banca Fideuram nel mese di maggio 2008, ossia in corrispondenza dei massimi di periodo per gran parte dei listini azionari, il Trilogy 100 Plus Certificate emesso da Merrill Lynch appartiene a quella categoria di prodotti di investimento dalla quale in molti sarebbero voluti fuggire nel pieno della bufera che ha investito i mercati finanziari. Sei anni di durata, rendimento indicizzato alla performance di un basket costituito da tre indici azionari, quotazione non regolamentata sul mercato secondario del Lussemburgo e un tunnel commissionale di uscita altamente penalizzante nei primi tre anni di vita. Con queste caratteristiche, il Trilogy 100 Plus, emesso peraltro quasi sui massimi registrati dai tre sottostanti prima della grande caduta che ha portato l’emittente stessa ad essere rilevata da Bank of America sull’orlo del default, poteva riservare ben poche gioie ai propri possessori. Tuttavia, nonostante dei lunghi periodi trascorsi in apnea, in virtù della protezione incondizionata del nominale alla scadenza, di un’opzione definita lookback, che ha consentito di rilevare gli strike sul punto più basso del primo trimestre di vita, e soprattutto del forte recupero messo a segno dai tre indici sottostanti, ad oggi la situazione appare fin troppo rosea in considerazione di quanto è accaduto. Ma vediamo più nel dettaglio le caratteristiche di questo certificato, identificato da codice Isin XS03542541111 e avente scadenza al 21 maggio 2014. Come detto, alla data di esercizio il prodotto restituirà i 1000 euro nominali, eventualmente maggiorati della performance positiva del sottostante, fino ad un massimo del 50%, qualora il basket formato dagli indici Eurostoxx 50, Hang Seng e S&P 500 segni un apprezzamento rispetto allo strike iniziale. A tal proposito va sottolineato che il certificato è stato emesso in un momento storico in cui gli emittenti facevano largo uso di un’opzione esotica, chiamata lookback, che permetteva di ottimizzare il livello di ingresso sul mercato. Sfruttando tale opzione, il valore iniziale dei tre indici sottostanti è stato fissato solamente al termine di un periodo di tre mesi, prendendo come riferimento il livello minimo raggiunto nel periodo compreso tra il 21 maggio e il 18 agosto 2008. In virtù dell’opzione lookback è stato possibile fissare i tre livelli di partenza mediamente il 15,8% più in basso. Prima di passare all’analisi della valorizzazione attuale del basket, è necessario ricordare che il 9 maggio scorso è andato a vuoto il primo e unico tentativo di rimborso anticipato, che sarebbe scattato, liquidando il nominale maggiorato di un coupon del 24%, qualora tutti e tre gli indici avessero mostrato un valore pari o superiore ai livelli iniziali.
Analizzando le variazioni percentuali da quello che viene definito “optimum strike”, ossia lo strike ottimale, si evidenzia che la performance peggiore è al momento quella dell’indice del Vecchio continente, in ribasso del 9,96% dai 3142,73 punti dello strike, mentre sia l’Hang Seng che lo S&P 500 sono in territorio positivo. Ne deriva che la performance media del basket è del +3,62%, una variazione che consente al certificato di mostrare un prezzo ( rilevato sul sito web dell’emittente ) pari a circa 1020 euro. Una considerazione, infine, va fatta nell’ottica di un eventuale disinvestimento prima della scadenza. Volendo vendere il certificato il riacquisto sarà garantito dall’emittente, ma a determinate condizioni. In particolare se si fosse usciti entro il primo anno il prezzo di rimborso avrebbe scontato una commissione di riacquisto ( un vero e proprio tunnel di uscita) pari all’8% decrescente in maniera lineare durante il periodo fino al 5,5%. Decidendo di uscire dal certificato al secondo anno , al prezzo di realizzo sarebbe stata applicata una commissione di riacquisto pari al 5,5% decrescente in maniera lineare durante il periodo fino al 3%. Al terzo anno tale commissione sarebbe stata del 3% decrescente in maniera lineare durante il periodo fino ad azzerarsi completamente al quarto e quinto anno.