RBS sulla moneta di sua Maestà

Tasso fisso 5,8% in sterline, RBS da il via al secondo bond in valuta estera

Royal Bank of Scotland si conferma ancora una volta l’emittente più attiva del segmento obbligazionario italiano, con due nuove emissioni che hanno fatto il loro esordio lo scorso 17 febbraio sui due principali mercati di riferimento, ovvero l’EuroMOT di Borsa Italiana e l’EuroTLX. Salgono così a cinque i bond emessi da inizio anno da RBS, che in due anni di attività ha superato la ragguardevole soglia delle 40 emissioni. Scendendo nel dettaglio, le neo arrivate sul segmento obbligazionario sono emissioni a tasso fisso con durata decennale: la prima, RBS 5 e 30 (Isin NL0009694272), distribuisce cedole semestrali del 5,30% su base annua, mentre la seconda, la RBS Sterlina 5 e 80 (Isin XS0574620513), distribuisce cedole semestrali del 5,80% su base annua ed è soggetta a rischio cambio. Particolarmente interessante è proprio la seconda emissione, essendo idonea a diversificare il portafoglio degli investitori grazie alla sua esposizione valutaria in sterline. Dopo il successo ottenuto con la RBS Brasile, l’emittente propone dunque una versione a tasso fisso denominata in sterline inglesi, esponendo di fatto l’investimento sia ai rischi propri di una tasso fisso, che a quelli propri di un investimento in valuta estera a cambio scoperto. Chi acquista tale obbligazione, infatti, si espone implicitamente alla variazione del cambio Eur-Gbp, dato che le cedole e l’ammontare del rimborso a scadenza, sono di fatto parametrate in valuta britannica. Si comprende, quindi, come tale bond risulti adatto a coloro che prevedano un futuro apprezzamento della sterlina. Prima di scendere nel dettaglio della proposta, è utile tenere in considerazione che la sterlina viene considerata come una delle divise più sottovalutate contro l’euro. Facendo riferimento ad esempio alla logica della PPP (purchasing power parity) e in particolare al Big Mac Index, ovvero l’indice creato dal noto quotidiano economico The Economist che permette il confronto a livello mondiale dei prezzi del celebre panino, la moneta di sua maestà risulta essere sottovalutata addirittura del 20,57%.

ANALISI YIELD TO MATURITY

Ipotizzando nei prossimi tre anni una crescita del 10% del tasso di cambio, tale da riportare il cross verso i massimi di periodo in area 0,97, il rendimento a scadenza dell’obbligazione sarebbe pari al 4,5%, il 3,77% netto.
Diversamente, nel caso in cui il cross rimanesse piuttosto stabile, tale da mantenere le proprie quotazioni all’interno di un range compreso tra il +5% e il -5% rispetto agli attuali 0,84245, il ritorno offerto dal bond sarebbe pari al 5,97%, il 5,24% se consideriamo il prelievo fiscale. Infine, il concretizzarsi dello scenario più positivo per l’investitore, caratterizzato da un apprezzamento del 10% della sterlina inglese nei confronti della divisa europea, permetterebbe di vedersi riconoscere a scadenza un rendimento del 7,06%, ovvero il 6,30% netto. Infine, si tenga presente che la struttura a tasso fisso con scadenza decennale e duration pari a 7,481, rendono di fatto il bond particolarmente sensibile e reattivo ai movimenti della curva dei tassi. In particolare, si ricorda, che un eventuale aumento generalizzato della curva dei tassi a termine, provoca un deprezzamento di prezzo pari in media alla durata finanziaria del titolo stesso moltiplicata per la variazione del tasso invertita di segno. Ad esempio, uno shift della curva pari a +100 punti base, farebbe scendere il prezzo dell’obbligazione dall’attuale valore nominale, a circa 93,09 euro. Analogamente un movimento pari a -100bp, farebbe apprezzare il bond fino a 107,53 euro.